MONTEPRANDONE – Si è svolta martedì 28 luglio nel Comune di Monteprandone un’interessante conferenza sul tema scottante della difesa del suolo e di conseguenza, sulla prevenzione delle calamità naturali, e delle attività del Consorzio di Bonifica delle Marche in merito. La conferenza è stata presieduta dal sindaco della città, Stefano Stracci, dal presidente del consiglio d’amministrazione del Consorzio, Claudio Netti, e dal referente territoriale del bacino del Basso Tronto, Renato Cocci Grifoni.

Cardine dell’evento è stato il Consorzio di Bonifica delle Marche, un ente pubblico economico istituito dalla Giunta Regionale delle Marche nel dicembre 2013, che ha inglobato i tre precedenti Consorzi presenti sul territorio (il Consorzio di Bonifica integrale dei fiumi Foglia, Metauro e Cesano, il Consorzio di Bonifica del Musone, Potenza, Chienti, Asola e Alto Nera, ed il Consorzio di Bonifica di Aso, Tenna e Tronto). Il nuovo consorzio amministra quindi il territorio marchigiano nella sua interezza, che è stato diviso in 6 comprensori individuati in base all’omogeinità idrografica, tra cui il Comprensorio del Tronto, che conta 20 comuni. I comprensori sono a loro volta divisi di aree, per un totale di 33, ognuna delle quali è affidata ad un agronomo, che si occupa di manutenzione ordinaria, come la rimozione di sfalci, trinciature, ed alberi secchi.

L’impegno del Consorzio è di promuovere la difesa del suolo, uno sviluppo equilibrato e sostenibile del territorio, la tutela e la valorizzazione della produzione agricola, pertanto è attore decisivo nella salvaguardia del nostro patrimonio naturale. Nello specifico, il Consorzio si sta occupando dei tributari, ossia i fossi, che se non monitorati possono provocare danni, ad esempio attraverso le esondazioni, ma ha l’autorizzazione per intervenire anche su corsi d’acqua di portata maggiore, come i fiumi. Grazie alle sue attività, i comuni possono risparmiare denaro, perché invece di affidarsi a compagnie esterne, possono delegare ogni compito al Consorzio.

Il Consorzio propone quindi un nuovo modello di amministrazione che, riducendo i posti di lavoro non necessari, permetterà agli agricoltori di pagare il 22% in meno per l’irrigazione. Per fare sì che gli interventi siano condotti nella maniera più rapida possibile, è importante che non solo i Comuni ma anche i cittadini stessi provvedano a segnalare eventuali disagi rispetto a corsi d’acqua o a tributari. Fatta la segnalazione, un tecnico provvederà ad individuare il problema specifico, e ad assegnargli una priorità. Se all’inizio rimuovere un vecchio tronco comportava l’immersione in un inferno di burocrazia, adesso il Consorzio ha la possibilità di operare con più rapidità.

Ad occuparsi dell’effettiva risoluzione del problema e di eventuali manutenzioni future non saranno aziende esterne, gli uffici, o le stanze chiuse, bensì gli stessi agricoltori locali: essi infatti possono iscriversi ad un Albo per essere attori di queste opere di manutenzione, e questo avvierà una circolarità di denaro che di fatto rimarrà nelle aziende agricole del territorio. Si tratta di una e propria rivoluzione culturale: gli agricoltori come custodi dell’ambiente.

Al momento ci sono a Monteprandone ci sono 12 segnalazioni attive da parte dei cittadini, ed il Consorzio si sta occupando delle prime quattro, che sono aree che tendono al ristagno per lo scarico d’acqua, tra cui Via della Barca (completata), Fosso dei Galli, Fosso delle Mandrie, poi seguiranno le altre. A San Benedetto le segnalazioni attive sono 6, ma chiaramente senza la cooperazione dei cittadini non sarà possibile individuare tutte le aree effettivamente critiche, e le aree al momento sotto osservazione sono Brancadoro, Laureati ed il Fosso Collettore. Una gran parte dei problemi della città è data dal fatto che il reticolo idrografico è collocato nell’area urbana, e quindi è di competenza della PicenAmbiente. Gli interventi sarebbero dovuti cominciare prima, ma ci sono stati rallentamenti perché sia l’individuazione delle aree critiche sia delle aziende agricole disposte ad impiegare mezzi per la manutenzione hanno richiesto mesi di tempo.

Per svolgere i suoi compiti, il Consorzio gestisce i fondi derivanti dal contributo di bonifica pagato dai proprietari degli immobili, dai ricavi per la fornitura del servizio irriguo e dai proventi degli impianti idroelettrici. Nell’ultimo anno, su 90 mila bollettini per il contributo, ne sono stati pagati poco più di 29 mila, ed il Consorzio si affida al senso di responsabilità individuale dei cittadini affinché tutti comprendano la gravità di alcuni problemi idrografici nel territorio. E’ importante sottolineare che il sistema funziona in modo tale che tanto si incassa, tanto si investe per le opere di manutenzione: nulla del ricavato del contributo è stato impiegato da parte della nuova amministrazione per saldare debiti pregressi della precedente disastrosa amministrazione. Lo stesso discorso vale per eventuali “spese istituzionali” che quotidianamente fanno scandalo in altri organi politici.

Infine, è possibile visitare il sito ufficiale del Consorzio per soddisfare ogni curiosità sull’apparato amministrativo, sui programmi, sulle attività e per sapere come fare nel caso in cui si voglia fare una segnalazione. Per altre info: 0721 31002.