SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Il Presidente del Consorzio Ceimas, Nazzareno Torquati, ha presentato uno studio in collaborazione con la sezione sambenedettese dell’Università di Camerino e con il geologo marino Carlo Bisci con mappe tridimensionali e a due dimensioni sulle aree relative al “Fermo Pesca” di un anno stabilito dal governo croato su zone di mare comuni, già partito lo scorso 26 luglio e che diventerà effettivo dal 16 agosto.

“Se il fermo pesca dovesse essere confermato – dichiara il presidente Torquati – sia la marineria abruzzese che quella della nostra città non saranno in grado di rifornire il mercato di specie fondamentali quali scampi, gamberi rosa, merluzzi ed altri pesci, questo con grave danno sia alle imprese di pesca stesse, che ai mercati ittici e al settore della ristorazione, oltre all’indotto dei commercianti ittici e alla filiera collegata”.

Il venir meno per un anno di queste specie distintive del nostro commercio e della nostra ristorazione costringerebbe infatti a ricorrere al pesce importato, molto diverso da quello nostrano anche dal punto di vista sensoriale. Lo studio propone un ripensamento del divieto, ritenuto tra l’altro inefficace, prevedendo di ridisegnare e ridurre le zone di mare secondo fermi pluriennali già avanzati dalla marineria sambenedettese nel 1998.

“Occorre passare dalla figura del pescatore “cacciatore” – afferma Nazzareno Torquati – a quella del pescatore gestore delle risorse, in grado di valorizzare la qualità del pescato del nostro mare e gestire in modo più razionale la risorsa ittica. Si tratta di un’occasione per aprire questa professionalità al mondo dei giovani in cerca di occupazione, con la possibilità di formare ed avviare a questo lavoro i ragazzi già dalle scuole superiori, incrementando ad esempio le iscrizioni alla sezione marittima dell’Istituto Professionale di San Benedetto”.

L’Amministrazione comunale sta supportando l’iniziativa?

“Non esattamente. Purtroppo la politica sambenedettese, in particolare negli ultimi anni, si è fatta notare più per beghe e interessi personali che per i veri bisogni dei cittadini. I pescatori, in questo caso, che sono stati la risorsa più importante della crescita sociale e turistica del territorio. Siamo all’inizio di una ‘battaglia’ e magari qualcuno di loro farà presto sentire la propria voce”