Da Riviera Oggi 1033, in edicola dal 16 maggio

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “La musica crea l’amicizia, l’amicizia crea la musica”. Un aforisma reale. Esistono tanti generi musicali e ognuno di noi è affezionato a uno stile. La musica ha comunque il potere di abbattere ogni barriera. La musica è integrazione, collaborazione, agonismo, confronto, divertimento, intrattenimento e amicizia. Sinonimi che possono essere ben affiancati allo ZapFest. Il Festival, ideato dal grafico Marco “Zap” Mignini, racchiude tutti gli aspetti della musica. E’ una rassegna che si è ben consolidata nel nostro territorio e dà ai musicisti nostrani (tutti dotati di talento) la possibilità di mettersi in mostra e alla gente la possibilità di godersi molta buona musica. L’ultimo ZapFest si è svolto il primo maggio alla Contea dei Ciliegi di Pedaso. In una location mozzafiato totalmente immersa nella natura si sono esibiti, davanti a una folta platea di persone di ogni età, oltre 60 artisti provenienti dalle Marche e dall’Abruzzo. Tre ore di grande musica che hanno allietato i presenti. Lo ZapFest ha visto la luce nell’agosto 2011. Con il suo ideatore, Marco “Zap” Mignini, abbiamo fatto due chiacchiere riguardo a questo evento.

Zap, dicci com’è nata l’idea di creare questa rassegna musicale.

“Prima del 2011 avevo già tentato altre volte di organizzare un evento del genere. Quando presentai una prima bozza di questo progetto non riscontrai particolare interesse. Ma non mi scoraggiai. Essendo un grande appassionato di musica fin da ragazzino, avevo questo desiderio di poter creare una rassegna musicale che potesse vedere coinvolti principalmente gli artisti del nostro territorio. Sono presenti in Riviera e nell’entroterra molti cantanti e musicisti di grande talento. Non voglio fare nomi perché sicuro mi scorderei di qualcuno. Era giusto, secondo me, dare loro uno spazio importante per esibirsi. Nel 2011 il Geko mostrò interesse nell’assecondare il mio progetto e cominciammo a organizzare il primo ZapFest. Decisi di dedicare la prima rassegna alla musica degli anni 80. Oltre 40 artisti si esibirono in una calda serata di agosto. Fu un successo clamoroso. Sperato ma comunque inaspettato in quelle proporzioni. Accorse moltissima gente tanto che il Geko fu costretto a una certa ora a chiudere i cancelli perché non potevano accogliere altre persone. Non fu un successo solo di musica ma anche di folklore. Nel presentare l’evento avevo invitato la gente a presentarsi al concerto con vestiti rigorosamente anni 80. Molti raccolsero il mio invito e fu davvero grandioso. Fu una serata bellissima. Il nome Zap fu scelto in maniera causale. Dovevo dare un nominativo e fu il primo termine che mi venne in mente. Poi lo conservai per affetto”.

Da lì, infatti, lo ZapFest cominciò ad affermarsi. Quanto lavoro c’è dietro le quinte nell’organizzare un evento simile?

“Non è sicuramente semplice. Posso affermare che oltre ad essere il direttore artistico sono anche l’organizzatore e mi occupo della parte grafica e musicale. Scelgo la scaletta delle canzoni e il tema dell’evento. Seleziono gli artisti. Comporta molta energia e fatica. Non solo dal punto di vista economico. Mi occupo anche della parte promozionale.  Una grande mano comunque me la danno l’associazione Implacabile, il Centro Giovani Giacomo Antonini e la cooperativa Opero nell’organizzare il Festival in certe aree come il PalaNatale. Bisogna avere sicuramente passione e questo non mi manca. Come la creatività. Vi assicuro che non è facile mettere 60 teste insieme e far suonare dei pezzi che spesso o non conoscono o non apprezzano dal punto di vista musicale. Ma il mio obiettivo era questo. Far adattare qualsiasi musicista a ogni genere possibile. All’inizio può esserci diffidenza ma poi scatta dentro la voglia di confrontarsi e dare il meglio di sé suonando anche delle canzoni non idonee al proprio genere musicale. Scatta anche una sorta di rivalità benevola tra i musicisti. Ognuno vuol far vedere all’altro che è bravo ma con umiltà e collaborazione. E il Festival ne trae beneficio. Bisogna dire che poi gli artisti sono davvero molto bravi e collaborativi. Soprattutto per questo che lo ZapFest ha avuto successo. Talento e collaborazione massima. Solitamente ci ritroviamo solo una settimana prima dell’evento per eseguire qualche prova. Nonostante il breve tempo, alla fine l’evento riscuote gran lodi. Perché, appunto, gli artisti sono molto bravi e competenti. E prima di tutto si divertono.  Si diventa anche amici per amore della musica. Molte persone si sono conosciute grazie a questo Festival. Ho anche saputo di band formatosi dopo la rassegna. Questo mi può far solo molto piacere naturalmente. Gli artisti, divertendosi, fanno di conseguenza divertire il pubblico. Quest’ultimo è composto poi da varie frange. Dai giovani ai meno giovani, dagli intenditori a quelli che ne capiscono poco. Però tutti si divertono. Perché lo ZapFest vuol essere soprattutto intrattenimento. Entusiasmo. Vedere migliaia e migliaia di persone divertirsi all’insegna della buona musica è davvero soddisfacente”.

Dal 2011 si sono svolti undici ZapFest. A quale di questi ti senti più legato?

“Difficile rispondere. Sono stati tutti entusiasmanti. Per tre volte abbiamo proposto gli anni 80 perché il repertorio musicale era molto vasto. Poi ci fu Guitar Inferno, nel giugno 2012 a Grottammare, che vide la partecipazione straordinaria di Cesareo del gruppo Elio e Le Storie Tese. Semplicemente meraviglioso per il divertimento, la qualità della musica e il pubblico. Ad agosto dello stesso anno ci fu Horror Party al Geko, folklore e adrenalina musicale ad altissimo livello. Ad agosto 2013 fu la volta di British Party sempre al Geko e nel dicembre dello stesso anno organizzammo al PalaNatale un esilarante ZapFestival di Sanremo. Ad agosto 2014 creammo lo Space Party e concludemmo l’anno al PalaNatale con una rivisitazione degli anni 90. Un grande successo, erano accorse più di mille persone. Il primo maggio di quest’anno e del 2014 siamo stati a Pedaso alla Contea dei Ciliegi e in entrambe le occasioni abbiamo riscosso una buonissima presenza di pubblico. Se proprio devo sceglierne uno, allora ti cito il Movie Collection svoltosi al PalaNatale nel dicembre 2012. Fu un periodo particolare. Emotivamente non ero al top a causa del peggioramento delle condizioni di salute di Giacomo “Pio” Antonini. La rassegna prevedeva il rifacimento delle colonne sonore più importanti del panorama cinematografico come, per citarne una, Jesus Christ Superstar. Fu molto coinvolgente. Alla canzone finale era previsto un medley di cui non ero a conoscenza. Avevo solo detto di organizzare una serie di canzoni da mescolare per fare da chiusura all’evento. Andai in mezzo al pubblico per godermela. Fu estasiante. I musicisti furono così bravi e pieni di energia che rimasi elettrizzato dalla sorpresa. Davvero molto bello. A proposito di Pio, non posso non ricordare il Pio Day organizzato per onorare la memoria di un ragazzo meraviglioso che ancora oggi ci manca ogni giorno sempre di più”.

Le istituzioni e gli enti locali vi appoggiano quando proponete questi progetti? Com’è il rapporto con loro?

“Solitamente sono molto collaborativi. Mostrano grande interesse nell’assecondare i nostri lavori e si mettono a disposizione per realizzare questi eventi. L’unica pecca che posso rilevare è il budget. Ma non voglio dare responsabilità alle varie amministrazioni o ‘accusarle’ perché non è semplice per loro dato la crisi economica generale. E’ una pecca per il semplice motivo che mi piacerebbe creare e allargare il Festival tanto da farlo diventare un vero e proprio evento cult. Ci metto molto di mio dal punto di vista economico e riesco comunque a far quadrare i conti con quello che gli enti mi rilasciano. Essendo ambizioso mi piacerebbe migliorare il Festival ma per farlo servirebbe, appunto, un budget notevole. Come ho detto prima, la rassegna non è solo musica. E’ presente il folklore, aspetti tecnici, la montatura del palco, degli strumenti e non sono mancate le esposizioni fotografiche. In pratica vorrei mostrare alla gente tutti i lati che la musica possiede. Spero di riuscirci in futuro”.

A proposito di futuro, ci puoi svelare qualcosa sui prossimi ZapFest?

“Il prossimo sarà fatto il 10 agosto al Geko. Ma non voglio svelare ancora di cosa si tratterrà. Tengo molto al fattore sorpresa. Posso dire che però ho già programmato gli ZapFest di quest’anno e del 2016. Scaletta, tema e i possibili artisti che si esibiranno. Sono molto sistematico in queste cose e cerco sempre di portarmi avanti con il lavoro. Poi c’è da sviluppare il lato tecnico e grafico ma le idee sono comunque già ben chiare”.

(I link dei video presenti nell’articolo sono stati presi dai canali Youtube ZAPofficialtube, CentroGiovani Giacomo Antonini, Piowebvive, Mara G e dalla pagina Facebook ZapFest)