Fulcro della democrazia rappresentativa è la centralità del Parlamento. Una o due assemblee (il Parlamento), elette periodicamente dal corpo elettorale a suffragio universale e ad intervalli adeguati, hanno il monopolio dell’attività legislativa primaria e costituiscono la base dalla quale i titolari di poteri politici degli altri organi costituzionali devono derivare“.

Questa è la definizione di democrazia data da Giuseppe Guarino, ex ministro, professore emerito alla Sapienza, classe 1922. Qui un interessantissimo approfondimento di Guarino sull’organizzazione istituzionale dell’Unione Europea, dal quale la frase è tratta: Guarino, Quale Stato.

Andiamo sul sito del Parlamento Europeo, pagina sul Trattato di Lisbona. Leggiamo: “In seno a una commissione parlamentare, il deputato elabora una relazione su una proposta di “testo legislativo” presentata dalla Commissione europea, la quale ha il monopolio dell’iniziativa normativa. La commissione parlamentare vota su tale relazione, eventualmente modificandola. Il Parlamento definisce la propria posizione apportando modifiche al testo e votandolo in Aula. Questo processo viene ripetuto una o più volte, a seconda del tipo di procedura e in base al raggiungimento o meno di un accordo con il Consiglio.
Per l’adozione degli atti legislativi, si distinguono la procedura legislativa ordinaria (codecisione), che pone il Parlamento allo stesso livello del Consiglio, e le procedure legislative speciali, che si applicano esclusivamente a casi specifici in cui il Parlamento svolge soltanto un ruolo consultivoPer determinate questioni (ad esempio, la fiscalità), il Parlamento europeo esprime soltanto un parere consultivo: si tratta della procedura di consultazione”.

Dunque:

non vi è un Parlamento che dispone del monopolio legislativo;

la Commissione Europea dispone del potere esecutivo e anche legislativo.

La Costituzione Italiana come le costituzioni dei paesi dell’Unione Europea sono subordinate rispetto ad un Trattato, come quello di Lisbona, che conferisce poteri esecutivi e legislativi in seno allo stesso organo non eletto, mentre priva il Parlamento del monopolio legislativo che è la condizione necessaria ma ovviamente non sufficiente per legittimare democraticamente un regime.

Cosa accadrebbe se il governo italiano fosse l’unico organo a cui è data la possibilità di avviare il procedimento legislativo, e in alcuni casi il Parlamento può solo fornire dei pareri?

Parlereste di una dittatura, vero? Lo scrivono persino su Wikipedia: “In generale sono oggi denominati dittature i regimi che, in contrasto con il principio di separazione dei poteri, concentrano gli stessi in un solo organo”.