SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Le primarie spaccano il Pd sambenedettese, già di suo dilaniato da fratture e rancori interni.

I renziani erano già insorti domenica sera, ad urne appena chiuse, per la massiccia partecipazione di esponenti dell’amministrazione comunale anche di non appartenenza democratica. A rincarare la dose ci pensa oggi Andrea Manfroni, che si definisce “perplesso” per le esternazioni del sindaco Gaspari, che ha trasformato la votazione in una sorta di referendum cittadino sulla giunta.

“I dati del Piceno – osservano il segretario del circolo Nord e il vicesegretario Tonino Capriotti – evidenziano che il candidato appoggiato dalle amministrazioni locali ha stravinto ovunque, vedi Offida, Monteprandone, Acquaviva, Force eccetera, ad eccezione di San Benedetto. Andando ad analizzare nello specifico il confronto nel territorio rivierasco, Marcolini ha perso principalmente a Porto D’Ascoli centro, mentre ha vinto nel resto della città dove ha raggiunto picchi del 70%, ed è riuscito ad attirare la partecipazione di molte forze esterne alla coalizione di sinistra, aspetto riconosciuto da tutti. Pensare a queste primarie come ad un nuovo congresso del Pd e come una valutazione sull’amministrazione di San Benedetto è inopportuno per chi ha sostenuto Ceriscioli. Basti pensare che al congresso non parteciparono le altre forze politiche – Verdi, Socialisti e liste civiche – che in questa tornata elettorale si sono notevolmente impegnate nel Piceno, in particolare a San Benedetto a sostegno del candidato del sindaco”.

Manfroni e Capriotti respingono pertanto la convinzione che si sia trattato di un nuovo congresso interno al partito: “E’ poco conveniente per chi lo sostiene. Qualora lo fosse le percentuali crollerebbero da 60-40 (esito della sfida tra Gregori e Pompei nel 2013, ndr) a 52-48 e nella provincia la minoranza dovrebbe avere il 47% di rappresentanza. Nel rinnovare gli auguri a Ceriscioli, speriamo che riesca a consolidare l’avvicinamento a quella parte di elettorato non di centrosinistra che abbiamo coinvolto, sono loro che possono fare la differenza nelle vere elezioni. Per questo è necessario che il partito esprima delle candidature autorevoli, capaci, giovani e che siano un forte segnale di rinnovamento della politica. Specialmente a San Benedetto del Tronto”.