SAN BENEDETTO DEL TRONTO – E’ stato un Consiglio Comunale “duro e cattivo”, come l’ha definito Giovanni Gaspari a notte fonda durante gli auguri di Natale alla sua maggioranza. L’unico momento di distensione di una serata tesissima, contornata da dispetti, insulti e minacce di querele.

Motivi del contendere ovviamente la vicenda del Riviera delle Palme e il ruolo della Decasol, che si è fatta carico dei crediti vantati dalle ditte che hanno aderito alla transazione per una cifra pari a 452 mila euro.

Sei su tredici, con le altre sette imprese che potrebbero rivalersi in ogni momento. “Chi non ha presentato istanza di fallimento lo ha fatto per segno di rispetto, non può rimanere con un pugno di mosche in mano”, ha osservato la Emili. “La Decasol dovrebbe badare a tutti i crediti maturati, cosi come stanno alla Decasol tutti i lavori per la messa a norma e non solo 100 mila euro. Bisogna poi valutare il discorso sulla Cittadella dello Sport fatto da Moneti. Il Comune procederà con un bando per l’affidamento dello stadio, successivamente ad un’altra gara proprio per la Cittadella, che potrebbe essere vinta pure da un’altra realtà che non sia la Samb. Inoltre, chi concederà i terreni esigerà qualcosa in cambio all’ente. Credo che l’amministrazione dovrebbe discutere dell’intero pacchetto, non di singole parti”.

“LA DECASOL PAGHI TUTTI I DEBITI” Alla Emili, così come era accaduto in Commissione, si è accodata Forza Italia. I berlusconiani hanno proposto un emendamento – respinto, con l’astensione di Vignoli – con cui si obbligava la Decasol ad accollarsi i pagamenti dei debiti contratti dalla Rdp con le altre ditte, soprattutto dopo la recente pretesa della “Lacil” di avere indietro 105 mila euro. “E’ interesse di tutti che la Samb possa vivere serenamente solo di vicende calcistiche – hanno detto Piunti e Gabrielli – la nostra preoccupazione è fondata, dove sono le garanzie che tutelano il Comune dalle mosse della Lacil e di chi intenderà emularla. Nessuno ci sa dire chi pagherebbe se qualcuno facesse domanda. La Decasol ha affermato che si limiterà ai 453 mila euro. Non asseconderemo un vostro atteggiamento sprovveduto”.

L’EMENDAMENTO DEL SINDACO L’emendamento dell’opposizione si affiancava a quello del sindaco. Gaspari ha rivisto la delibera originaria in merito alla durata dell’affidamento in gestione dello stadio, passato dai sei anni (rinnovabili per altri sei) ai quindici. Cancellato inoltre l’importo del contributo massimo da girare alla Samb di 50 mila euro per la manutenzione straordinaria ciclica, a vantaggio di una cifra non definita da approvare in sede di votazione del Bilancio di Previsione. “Stiamo cercando di trovare una condizione di serenità”, ha spiegato il primo cittadino. “Erano queste le intenzioni nel 2010, però andò come sappiamo. Sono accadute tante cose, è stato sputato tanto veleno e montata molta confusione. Ora cerchiamo di riporre ordine, intendiamo mettere a norma lo stadio per darlo attraverso una gara ad una società, sperando sia la Sambenedettese. Vogliamo uno stadio che torni ad ospitare 16 mila persone. La tranquillità nella programmazione è la condizione necessaria per chi viene qui a fare del buon calcio”.

VOLETE CHE LA VICENDA NON SI RISOLVA” Gaspari ha quindi tirato in ballo i cittadini: “Loro sono i veri giudici, nel 2016 tireremo le somme. Qualcuno attende un D-Day che non arriverà mai. Da parte della minoranza ci sono solo prove muscolari, mai consigli per fare meglio. Auspicate che la storia dello stadio non termini mai. La Lacil? Sono sicuro che si farà vivo qualche altro creditore e sono certo che verrà impugnato l’accordo con la Decasol. Si tenterà di proseguire questo scontro fino alle estreme conseguenze. Ma noi potremo vantarci di avere la coscienza a posto”.

EMILI: “PRESI A CALCI NEL C…” Nel 2012 fu proprio lo stadio a generare la frattura insanabile tra la Emili ed il Pd. Per l’ex capogruppo l’idea di vendere il terreno lungo Viale dello Sport dove far sorgere un distributore di benzina viaggiava parallela al caso campo del sportivo, nonostante l’amministrazione abbia sempre contestato la falsa traccia della dissidente. “Se io e Pezzuoli non ci fossimo opposti, oggi il Comune sarebbe sotto inchiesta. Fummo presi a calci nel c… e cacciati in malo modo, ma siamo orgogliosi di non aver inteso il senso di appartenenza come senso di fedeltà al padrone”.

“BUGIARDO, TI QUERELO” La Emili non aveva tuttavia calcolato il colpo di coda di Benigni, che in un lungo intervento ha collegato i suoi mal di pancia sulla realizzazione della pompa di carburante low-cost ad interessi personali piuttosto che ad aspetti politico-amministrativi. “All’inizio del secondo mandato non riuscì ad accaparrarsi l’assessorato principe – ha aggiunto – in seguito ha tentato di rifarsi una verginità politica con la storia del Riviera in virtù della futura campagna elettorale del coniuge Perazzoli”.

Prevedibile l’ira della diretta interessata. A microfoni spenti ha prima inveito contro il capogruppo (“sei un bugiardo patentato, ti querelo”) ed in seguito invocato – e ottenuto – l’immediato diritto di replica. La lite ha a quel punto coinvolto Marinucci, che avrebbe dovuto prendere la parola dopo Benigni.