SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Eravamo tutti ubriachi di Samb, dopo un primo tempo che ci aveva riportato in parte a respirare l’aria del calcio che conta e ci compete: pubblico positivamente fervido, calciatori mai domi, giocate che strappano applausi, pali e traverse a significar sorte avversa (era un presagio, purtroppo), un avversario di rango accompagnato da tifosi nobili con i quali confrontarsi in ricordo di sfide d’altri tempi (tempi, risaputi, di Serie B).

Ubriacatura, quella dei primi quarantacinque minuti ma non soltanto, finita, anziché in festa, in sbornia nera. Fa male perdere così, il passo che doveva sembrare trionfale è tornato nella mente incerto. Angelo Pisani scriverà un resoconto tecnico, qui vorrei soffermarmi su un umile consiglio, forse anche non ben calibrato, alla luce delle esperienze di questi ultimi dannati anni tra i Dilettanti.

Con le assurde regole che ci sono, ovvero l’obbligo di schierare quattro giovani su undici, vincono le squadre che riescono ad avere il tasso tecnico più elevato proprio in questo settore. E le squadre che riescono ad equilibrare i giovani nei vari reparti della formazione. La Samb di oggi non aveva questo equilibrio, l’allenatore molisano Farina lo ha candidamente ammesso: “Troppi quattro under sui cinque di difesa, giocatori come Miani e Di Gennaro sono in grado di puntare il fattore di maggiore debolezza e creare troppi problemi“. Mosconi ha difeso la sua scelta perché la Samb ha giocato davvero un eccezionale primo tempo, concluso soltanto 2-1 per una serie di coincidenze: la prima frazione doveva terminare 3-1, almeno.

Ma se torniamo indietro con la memoria a questi ultimi campionati di Serie D, ricordiamo come il mancato equilibrio nella gestione degli under abbia compromesso di fatto il primo campionato del trio Spina-Bartolomei-Pignotti, quando si commise l’errore di schierare in porta un portiere esperto (Chessari), dovendo quindi schierare i 4 under tra gli altri 10 calciatori. Questo squilibrio compromise l’inizio del campionato di Palladini ma anche il tentato recupero di Giudici: arrivò il calciomercato e già il campionato era finito.

Lo stesso errore, quasi, lo si stava per ricommettere l’anno dopo, quando Palladini riprese in mano la guida della squadra e ad inizio stagione cercò di blindare la difesa, l’anno precedente costretta inizialmente con tre under su quattro, schierandosi con il 3-5-2, composto con tre over difensivi. La qual cosa provocava una concentrazione di under nella parte centrale della formazione, con eguali scompensi. Ottavio rimediò e trovò un giovane che, assieme all’arrivo di Carteri, diede alla sua squadra l’equilibrio necessario per tentare la rimonta impossibile: Carpani.

Il giocatore, che adesso disputa il campionato di C con l’Ascoli (città dove è nato e vive) e con buon rendimento (uno dei rari casi di un under in Serie D che si avvia ad una buona carriera tra i professionisti) fu uno dei capisaldi anche della squadra vincente dell’anno successivo. Era un giovane, ma neanche se ne accorgeva. Giocava a centrocampo e consentiva alla squadra di avere, come under, il portiere e i due terzini, senza intaccare la spina dorsale della formazione.

Cosa è accaduto quest’oggi, invece? Un attacco completo (la fantasia di Napolano, la rapidità sotto porta di Di Paola, la potenza di Tozzi Borsoi) con un centrocampo eccellente dal punto di vista del gioco e dell’appoggio (eccellente Carteri, solito stantuffo Baldinini, giocoliere Borgese finché le gambe hanno retto), ma un reparto difensivo troppo inesperto. Mosconi ha difeso questa impostazione ma – considerando inoltre che il reparto di centrocampo così schierato è ottimo nell’impostare ma meno portato alla rottura – i numeri dicono chiaramente come non solo contro il Campobasso ma in tutta la prima parte del campionato i gol presi siano stati troppi.

Occorre che Arcipreti, di concerto coi presidenti Bucci e Moneti e in accordo con mister Mosconi, individui un giovane da impiegare da titolare a centrocampo, o nel pacchetto centrale (l’ideale sarebbe uno con le caratteristiche di Carpani, una sorta di incontrista che supporti Carteri e Borgese) oppure sulla corsia esterna. Questo implicherebbe il sacrificio in partenza di uno tra Napolano, Carteri, Di Paola e Baldinini, o la loro rotazione (tra squalifiche e infortuni sono poche le occasioni dove tutti e quattro sono perfettamente disponibili) ma anche un reparto difensivo con una coppia centrale esperta.

In mancanza di questo aggiustamento, da quanto si è visto fino ad ora, alla Samb mancherà quella spinta ulteriore per primeggiare con buona certezza, e dovrà soffrire tantissimo per restare nel gruppo delle squadre di testa fino alla fine, per poi tentare la zampata vincente. 

Occorre un po’ di sacrificio, bravura e capacità di soffrire da parte anche degli stessi calciatori. Ma non si può fare altrimenti.