SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Zittiti in Consiglio e, per questo, ancora più arrabbiati. L’opposizione fa squadra ed invita il sindaco a farsi da parte, dopo la condanna in Appello da parte della Corte dei Conti. “Prima va a casa, meglio è per San Benedetto. E’ un danno per la collettività, lo dice la sentenza”.

Quella che doveva essere la conferenza stampa di Forza Italia, indetta ancor prima dell’assise di giovedì, si è trasformata rapidamente in una condotta unitaria che ha coinvolto anche gli ex Pd Emili e Pezzuoli. “Ci sono momenti in cui certe cose vanno denunciate. Non abbiamo alcun problema a parlare con il centrodestra”, afferma la capogruppo dei Diversamente Democratici. “Ho l’orticaria nel sentire che le sentenze si rispettano ma che il sindaco agì bene. Chi rappresenta il popolo dovrebbe ragionare. Ieri per la prima volta dopo 25 anni ha taciuto, consapevole della gravità della situazione. Il comunicato della sua maggioranza è una foglia di fico, un atteggiamento gravissimo, non possono più parlare di buona amministrazione. Come avrebbe dovuto esprimersi la Corte dei Conti se chi spende le risorse del Comune per la redazione del Piano Regolatore poi dice che il Prg crea ingiustizia e sperequazione?”.

I berlusconiani, dal canto loro, invocano l’intervento di Antimo Di Francesco. “Il segretario provinciale del Pd si esprima, che intenzioni ha? Batta un colpo. Gaspari verrà ricordato come l’unico sindaco condannato per danno erariale”.

Negando di affrontare il caso in Consiglio, l’amministrazione sarebbe fuggita dal confronto: “Stesso atteggiamento adottato con la vicenda dello stadio – osserva Gabrielli – la tanto invocata trasparenza viene messa da parte per comprensibile imbarazzo. Non si può invocare per gli altri il codice etico e derogarlo a se stessi. Non c’è reato più grave per un amministratore pubblico. E’ la prova di un’incapacità gestionale. Non può non essere presa in considerazione dal Pd. Al posto suo mi sarei dimesso, anche per evitare imbarazzi alla sua maggioranza, che invece lo difende a spada tratta. Non hanno una capacità di critica, sono succubi a priori. La lista dei precedenti negativi si allunga, sono tante le anomalie registrate in otto anni. Chiunque verrà dopo di lui, amministrerà ad occhi chiusi”.

Piunti ne approfitta per rilevare il propositivo atteggiamento di Vignoli, dopo anni di frattura con Forza Italia: “Il consesso ci ha visti nuovamente compatti, un buon segnale per il futuro, c’è la volontà di fare la stessa battaglia. Sottolineo il suo comportamento collaborativo”.

La trasformazione dell’odg in interrogazione scatena infine l’ennesima rivolta contro il presidente del Consiglio, definito “complice” di Gaspari. “Ha imbavagliato i consiglieri piegando il regolamento alle sue interpretazioni”, accusa Pellei.