L’ESA (Ente Aerospaziale Europeo) porta a termine il primo accometaggio della storia e ci mostra le foto provenienti dallo spazio. Quarantacinque anni dopo la missione Apollo 11 che portò il primo uomo sulla luna va all’asta la macchina fotografica usata dalla NASA nella stessa missione.

Quando il 21 luglio del 1969 Neil Armstrong mise piede sul suolo lunare, il cronista televisivo commentò: “Ha toccato, ha toccato, un piccolo passo per l’uomo, un grande passo per l’umanità”. Questo evento segnò la storia dell’umanità ed in particolare la competizione per la conquista dello spazio fra USA e URSS ai tempi della guerra fredda. La propaganda dell’epoca parlò di superiorità schiacciante della missione Apollo 11 della NASA rispetto all’invio nello spazio della cagnetta Laika, lanciata in orbita dai sovietici con lo Sputnik 2 nel 1957. Più tardi, in molti parlarono, addirittura, di messa in scena in stile hollywoodiano, mettendo in discussione che fosse mai successo.

Le immagini televisive e fotografiche dell’epoca sembrano non lasciare dubbi, prove inconfutabili non ce ne sono, tuttavia il mito delle missioni spaziali resiste e anzi si alimenta. In questi giorni su Ebay, è in vendita proprio la macchina fotografica utilizzata nella missione Apolllo 11. E’ un Hasselblad 500 EL con ottica Carl Zeiss appositamente costruita per le missioni lunari della NASA arrivata in pochi giorni alla quotazione di 41.000 dollari, poco più di 33.000 euro. Una valutazione non riconducibile al valore materiale del reperto, ma alla sua componente simbolica, è ovvio. Cosa può spingerci all’acquisto di un oggetto inutilizzabile se non il piacere effimero di possedere un simbolo?

Ora invece non dobbiamo più aspettare altri quarantacinque anni per celebrare un mito. Un nuovo simbolo si è appena catapultato nella nostra sfera emotiva. Si chiama Philae 2014, il lander accometato su 67P/Churyumov–Gerasimenko. Dopo un viaggio di 6,4 miliardi di chilometri coperti in oltre 10 anni si è conclusa con successo il 12 novembre alle ore 16:03 GMT la missione Rosetta, che ha rilasciato la sonda Philae sul suolo della cometa. Il rito si è ripetuto, lo speaker ha di nuovo pronunciato la fatidica frase: “Ha toccato!” In appena due giorni Philae ha portato a termine i rilevamenti scientifici per cui era stata programmata. Prima di estinguere la sua riserva energetica ci ha inviato fotogrammi dallo spazio siderale. Tutt’altro tipo d’immagini rispetto allo stereotipo di cometa a cui siamo abituati, eppure il selfie dell’ancoraggio al suolo di 67P/Churyumov–Gerasimenko ha fatto subito il giro del mondo.

Tenuta quasi segreta per oltre dieci anni, accompagnata dal riserbo della comunità scientifica, appena si è diffusa la notizia si è scatenata la Philae-mania. 385.000 followers su twitter, più di 4000 su instagram, oltre 89.000 fans su facebook, 342.000 visualizzazioni su Youtube per l’hangout dell’evento. Numeri da vera star mondiale, viene da chiedersi, perché una missione ammantata di trepidazione fino a pochi giorni fa, esplode in un tripudio planetario e migliaia di persone restano affascinate da immagini in bianco e nero, neppure troppo nitide, oltre 1.700.000 le visualizzazioni su flickr.

Oggi come ieri si è rinnovato il mito della frontiera, il simbolo di una nuova conquista dell’umanità è visibile a tutti, il rito mediatico dell’evoluzione della specie si ripete. Superiamo la nostra esistenza terrena e ci uniamo idealmente alla missione Rosetta e saliamo a bordo del lander Philae 2014, il robot antropomorfo munito di apparecchi di rilevamento, estensione dei nostri sensi a contatto della cometa. Tutto questo ci affascina, ci porta in un’altra dimensione, fuori dal caos terrestre per approdare negli spazi siderali alla ricerca delle nostre origini. Estremo futuro ed estremo passato convergono nei nostri dispositivi collegati in rete, restiamo incollati ai display in attesa della rivelazione, come alla carta polaroid che rivelava l’immagine appena scattata.

Intanto Philae non invia più alcun segnale. La sua fine è già stata annunciata dagli scienziati, arriverà nell’orbita solare nel dicembre del 2015 e finirà disintegrata diventando polvere di stelle. Quando i suoi dati verranno elaborati dall’ESA il suo mito si rinnoverà e diventerà il simbolo di un’epoca, quella che stiamo vivendo, verrà celebrata di nuovo negli anni a venire ma difficilmente qualcuno potrà acquistare l’originale su Ebay, al contrario della mitica Hasselblad 500 EL . E tu sei amante degli oggetti del passato o preferisci le innovazioni tecnologiche?

@FedeliNicola