GIULIANOVA – Dalle prime ore della mattina di mercoledi 19 novembre, 130 finanzieri del G.I.C.O. di L’Aquila, della Compagnia di Giulianova e di altri reparti della Guardia di Finanza di Teramo, Pescara, Chieti, Avezzano, Ancona, Pesaro, Macerata, Ascoli Piceno e Bari anche con l’ausilio di unità cinofile, stanno procedendo all’esecuzione di ordinanze di misure restrittive nei confronti di 27 persone per i reati di associazione a delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Sono in corso di esecuzione anche numerose perquisizioni.

Con l’attività odierna si conclude una vasta ed articolata attività di indagine, iniziata nel settembre 2012, dai finanzieri del G.I.C.O. L’Aquila e della Compagnia di Giulianova, coordinata dal Procuratore della Repubblica di L’Aquila, Fausto Cardella, e dal Sostituto Procuratore Fabio Picuti.

L’operazione, denominata “Prince,  ha consentito di sgominare un clan malavitoso formato principalmente da rom della famiglia Di Giorgio, da anni presente nella cittadina di Giulianova dove si è affermato, lottizzando quasi integralmente le principali piazze di spaccio. Il clan nel quartiere Annunziata, dove l’attività era più redditizia, utilizzava una vasta rete di “vedette” per segnalare eventuali ingressi di forze dell’ordine.

L’associazione a delinquere, secondo la Guardia di Finanza, era guidata da una sessantenne A.G, coadiuvata da 7 dei suoi figli e da altre persone, anche minorenni.

Nel periodo compreso tra dicembre 2012 e giugno 2013, sono stati eseguiti una decina di interventi repressivi nei territori di Giulianova, Tortoreto, Martinsicuro ed in altri Comuni limitrofi.

Il risultato è stato il sequestro di oltre 5 chili di droga, in prevalenza eroina,  e l’arresto di 10 persone.

L’utilizzo delle intercettazioni telefoniche, telematiche ed ambientali, unite ai classici servizi di investigazione sul territorio, hanno consentito di inchiodare tutti i componenti del sodalizio criminale.

Sono stati così ricostruiti ben 120 casi di cessione a consumatori finali, per quantitativi non determinabili.

Le indagini della Guardia di Finanza sono state orientate anche a ricostruire il profilo economico-finanziario dell’organizzazione, al fine di aggredire i patrimoni illecitamente accumulati.

Tale azione, allo stato attuale, ha consentito di sottoporre a sequestro preventivo beni per un valore di circa 100.000 euro.