SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Dalla sua ultima esperienza alla Samb è cambiato molto, nella vita di Carteri. La famiglia si è allargata, e ha qualche anno – con relativo bagaglio di esperienza – alle spalle. Eppure quando parla della Samb la sua voce è quella di uomo che torna bambino, felice e quasi sorpreso dell’amore che lo circonda. E a sentirlo parlare di Samb, si capisce facilmente il perché del suo ritorno qui.

Che ambiente hai ritrovato? È cambiato qualcosa?
“Mi trovo molto bene, sono contento; il mister e i ragazzi mi stanno mettendo a mio agio, aiutandomi moltissimo. Per quanto riguarda i cambiamenti… Beh, ci sono compagni nuovi – è rimasto solo Napolano – e una squadra nuova. Ho ritrovato una Samb molto forte, come nella mia prima esperienza, e il solito – meraviglioso – pubblico”.

Meglio della tua prima Samb?
“Fare un paragone è difficile; i giocatori sono diversi, la situazione anche. Quella ci ha messo un pochino di più a diventare forte, questa sta facendo risultati sin da subito. Parte da una base un po’ più alta, diciamo; però fare paragoni è difficile. Tre anni fa si sapeva che c’era qualche difficoltà, ma noi abbiamo sempre tenuto duro e fatto nostro lavoro, senza pensare problemi che ogni tanto si riflettevano su di noi. Per poco non ce l’abbiamo fatta, e l’hanno dopo la squadra ci è riuscita anche per il lavoro fatto in quella stagione”.

A livello tattico e mentale, quali sono le differenze tra Mosconi e Palladini?
“A livello di gioco utilizzano lo stesso modulo base, il 4-3-3, ed entrambi chiedono un calcio propositivo. Sono allenatori che vogliono sempre fare la partita, viste anche la qualità delle rispettive squadre. Come atteggiamento fuori dal campo sono entrambi molto disponibili, e cercano il dialogo coi giocatori. Sono due tecnici che cercano di metterti a tuo agio e ti spingono a dare sempre il meglio. Sono caratteri diversi, allenatori diversi, ma i principi – tattici e nel rapporto con la squadra – sono simili”.

Il tuo arrivo è stato un po’ anticonvenzionale. Solitamente i tifosi esultano per l’arrivo di un giocatore voluto dalla società. Sono stati loro che ti hanno chiesto a gran voce. Hai paura di deluderli?
“Sinceramente non mi era mai successo prima. È stata una cosa che mi ha fatto un enorme piacere, e mi fa capire quanta responsabilità ho nei confronti di questi tifosi. Essere richiesto a gran voce da una piazza come San Benedetto è una cosa che ti inorgoglisce; il rovescio della medaglia è la grande responsabilità che ne deriva, ma fa piacere”

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