Destino Samb. La seconda squadra di calcio più gloriosa del Piceno, dopo aver vinto alla grande un campionato di calcio, si trova per l’ennesima volta davanti a scelte che possono determinare il suo destino prossimo futuro. Che potrebbe diventare roseo.

Nell’estate 2012 ci fu un gran casino e finì malissimo, nonostante in molti ci fossimo illusi che il ritorno nel professionismo avrebbe aperto nuove strade… sulla via di quelle calcate tra gli anni 50 e 90. Non è il caso di ricalcarne i motivi perché faremmo dietrologia deleteria, meglio dimenticare.

Purtroppo la concitazione dei giorni che fecero seguito alla mancata iscrizione in Seconda Divisione non permise di programmare il futuro con più raziocinio. Il salvataggio dal baratro della Terza Categoria da parte di Moneti, il cui arrivo è tuttora contraddistinto da qualche piccolissimo mistero, fu accettato unanimamente. Ma, da quel momento in poi la strada è stata in rapida discesa solo per l’aspetto tecnico grazie ad una vittoria conquistata dopo poco più di 20 gare su 34. Ancora confusione, invece, e garanzie non rispettate ancora una volta per mancanza di una assidua vigilanza. Mi riferisco a quanto fu detto in una conferenza stampa di presentazione (Caffè Soriano) come sempre ricca del solito entusiasmo che caratterizza le nuove avventure. L’incontro fu riportato da tutti gli organi di stampa presenti:  questo il nostro link:  http://www.rivieraoggi.it/2013/08/17/170764/moneti-perche-qui-perche-si-chiama-samb/

Potete leggere tutto l’articolo ma io voglio sottolieare questo passaggio:

GASPARI Credo di avere poco da dire: dobbiamo fare i fatti e le parole contano poco. Voglio ringraziare Giuseppe Naponiello. Abbiamo attraversato due giorni infernali: avevamo trovato 250 mila euro, ma – coi soldi sul tavolo – nessuno che voleva fare il presidente. L’arrivo di Moneti è stato importante. Ci ha detto che poteva dare una mano, fare il traghettatore, ma che non sarebbe stato sempre qui. La squadra è importante, ed è importante investire sul settore giovanile. Quando abbiamo ‘imposto’ Palladini e Fanesi, con NoiSamb a controllare dall’interno della società, il presidente ha accettato senza problemi. Dobbiamo stare attenti e dare il giusto appoggio, perché a livello giovanile sembrano tutti importanti tranne che la Samb. Dobbiamo risolvere la questione delle strutture, a partire dal Ballarin. I 250 mila euro raccolti (150 Naponiello e sindaco, 100 NoiSamb) andranno tutti nella società, ma quelli che ha raccolto NoiSamb rimarranno sotto la loro gestione

Come promesso i 100 mila sono serviti e servono tuttora per il settore giovanile gestito tecnicamente ed economicamente dall’Associazione NoiSamb. Degli altri 150 mila euro (quelli che secondo alcuni servirebbero per concludere il torneo in modo indolore), per quel che mi risulta, ne sono arrivati appena 25 mila circa, 20 da Napoliello e 4 o 5 da Sandro Assenti e suoi amici.

Se Moneti non smentirà, mi domando: che fine hanno fatto gli altri 125 mila già raccolti. Se li ha presi Moneti ok. In tal caso avrebbe gestito 150+100 mila tra abbonamenti e sponsor,  fatti salvi i 100 mila per l’iscrizione che recupererà per intero (come minimo, cedendo il titolo sportivo: vedi offerta dei Milone). Se così fosse stato credo che oggi Moneti si sentirebbe più forte di quanto realmente è. Io non ero presente alla conferenza stampa ma c’era il mio Angelo Andrea Pisani, altri giornalisti e tanti tifosi, in primis quelli di NoiSamb.

Io ho spesso chiesto a Moneti se aveva mai preso quei 125 mila euro mancanti. Fino a un mese fa mi ha detto di no. Cosa che in qualche modo gli avevo anticipato i primi di settembre 2013. Infatti le mie garanzie non c’erano perché diffidai da subito che il versamento sulle casse della Samb sarebbe avvenuto. Ripeto: fino a quando Moneti non mi smentirà.

Altri che davano la cosa per fatta hanno mai tutelato Moneti contribuendo a garantire che quei soldi arrivassero a Moneti? Del resto furono parole di sindaco, di una persona cioè che essendo un pubblico ufficiale non può dire bugie.

In questo momento (sempre se Moneti non mi smentirà) l’attuale presidente rossoblu, che si trova in difficoltà anche per quella promessa non mantenuta, si trova davanti ad un bivio o meglio ad un trivio comunque beneaugurante per la Sambenedettese

1-cedere la società alla famiglia Milone che vanta un’enorme potenzialità economica e quindi è in grado di programmare un futuro roseo. L’unico punto interrogativo riguarda la somma iniziale che intendono investire ma credo che la diranno alla presentazione nel caso la trattativa con Moneti andasse in porto.

2-cedere all’imprenditore Luigi Appierto (che non è un ‘nulla tenente’, anzi, con il quale Moneti si incontrerà venerdì per capire se intende lasciare come ha preannunciato o no)  la metà delle quote societarie alla cifra di 300/400 mila euro che andrebbero a formare il primo gruzzolo utile per un campionato di serie D non da  semplici partecipanti. L’ideale sarebbe che Moneti mettesse una cifra inferiore per la sua parte di 150/200 euro in quanto cessionario di un titolo sportivo importante come quello della Samb. In totale circa 500 mila euro per cominciare ai quali andrebbero aggiunti abbonamenti e pubblicità. Diciamo un budget di 700  mila euro (o 800 mila) circa che potrebbe garantire anche di sognare quasi subito il professionismo

3-formare una cordata di sambenedettesi di 10/15 persone che investano 50 mila euro cadauno (come sponsor o come vogliono) per  il primo anno. Sarebbe un ritorno alle origini che a me piacerebbe di più perché i successi della Samb sono stati frutto di una società siffatta. L’investimeno sarebbe comunque di 700/800 mila euro.

Ipotesi non malvagie in attesa di uno più corposo da parte dei ricchi assicuratori romani.

Mi fermo qui perché, prima di inserire altri imprenditori sconosciuti con i quali Moneti dovrebbe incontrarsi in settimana, è lecito capire chi sono, cosa fanno e cosa vogliono. Conclusione: Moneti non può, non deve sbagliare.

Chiudo con l’invito a tutti i tifosi e a quelli di NoiSamb in particolare di unificare le forze, mettere da parte gli attriti, controllare e garantire (fino ancora nessuno lo ha fatto totalmente) che, chi arriva alla Samb, debba dare massima trasparenza, mensilmente se possibile, ai movimenti economici. Per esempio, la pretesa di ottenere un proprio rappresentante in Cda con Milone, con Moneti, con Appierto o con chiunque altro potrebbe essere importante, sia per finalizzare concretamente la raccolta di denaro tra comuni tifosi sia per una presenza che non deciderebbe nulla ma potrebbe verificare in prima persona l’adempimento delle garanzie e degli accordi presi.  A Taranto la quota tifosi è passata dal 15% al 12% e probabilmente, a causa dei necessari aumenti di capitale, andrà ad estinguersi ma dopo aver maturato un’esperienza sicuramente molto utile.