Samb. Ieri pomeriggio, come tutti i tifosi rossoblu sapranno, si è tenuto un incontro tra il presidente della Samb Gianni Moneti e il potenziale acquirente Luigi Appierto presso l’hotel Parco dei Principi di Filppo Olivieri a Grottammare.

Hanno parlato di un possibile accordo tra loro in attesa della proposta della famiglia Milone che, per la soddisfazione di entrambi, si tirerebbero indietro. E, aggiungerei, per la soddisfazione della città rossoblu che nei riguardi dei Milone (che accetterà con gioia) ha solo bisogno di chiarezza per quel che riguarda quanto è successo nell’estate 2013. Una volta chiarito tutto si potrà dire che la Samb ha trovato un altro Bellini o qualcosa di simile.

E’ risaputo che i Milone non avranno l’impero del canadese ma una squadra in serie B sono in grado di portarcela e di mantenervela. Certo che sarà indicativa del futuro rossoblu l’entità dell’offerta che Paolo e Cisberto Milone faranno all’attuale padrone della Sambenedettese Calcio.

Altro discorso con Moneti solo o insieme ad altri, Luigi Appierto per esempio. Quest’ultimo lo vedrete e sentirete in un’intervista video che, come promesso, abbiamo realizzato. Ieri però stava per tornarsene subito a Torino con tutta la sua famiglia che ha alloggiato con lui, giovedì sera presso Villa Picena di Colli del Tronto poi presso il Parco dei Principi di Grottammare. Ecco i motivi

L’incontro Moneti-Appierto è andato così: hanno parlato di un loro possibile  connubio, anche mettendo in campo i numeri. Una proposta la ritengo l’asso della manica da parte del campano-piemontese: il versamento di 300 mila euro ogni anno (per tre campionati) davanti al notaio per il 50% in cambio del ‘know how’ (la tecnica, che può assumere fino ad un ruolo di orientamento strategico, che consente il raggiungimento della soddisfazione del cliente) apportato quest’anno da Moneti, a spese azzerate. In pratica un’offerta per la Samb di 600 mila euro. Sembra che Moneti abbia traballato.  A me ha riferito che, secondo lui, Appierto è una brava persona e che non è facile di questi tempi trovare chi tira fuori 300 mila euro per entrare in una società di calcio.

Prima di darsi appuntamento ad un altro giorno (probabilmente per aspettare l’intermezzo Milone), il presidente della Samb ha avuto l’idea di telefonare al direttivo dell’associazione di tifosi NoiSamb per farli venire all’incontro presso il Parco dei Principi. Dopo un po’ di titubanza da parte di Appierto, al quale la cosa sembrava prematura ma anche inutile, la telefonata è partita.

Queste le sue parole subito dopo, confermate da chi era presente: “Mi hanno fatto un interrogatorio poliziesco; non pacato come ha fatto lei ma con grande irruenza e grande mancanza di tatto. Ma lei chi è? Cosa viene a fare qui? Perché viene da Torino a portare soldi a San Benedetto? Cosa vuole?  Noi possiamo fare da soli eccetera, eccetera. Comportamento da Gestapo. Sono riuscito a mantenere la calma ma ho anche pensato che, se queste sono le prime avvisaglie e questi i rappresentanti di questa squadra e di questa città è meglio che cambio idea. Mia moglie, che sta per partorire il nostro settimo figlio, si è detta dispiaciuta ma la sua fiducia in me è tanta per cui mi lascerà fare”.

Cosa le lascerà fare? “Non abbandonare il mio progetto sambenedettese e capire bene se c’è spazio per proseguire la trattativa con Moneti”

Il tutto e molto di più lo troverete in un video che speriamo di mandare in onda tra domenica e lunedì.

Chiudo con un mio pensiero dopo aver telefonato a Moneti per sapere se gli era arrivata (entro oggi gli hanno detto) la proposta via e mail da parte del gruppo Milone. In tal caso mi avvertirà ed io avvertirò voi.

Io credo che sia giusto fare i raggi x a chi vuole acquistare la Samb ma la pregiudiziale assoluta non può essere la sua residenza. Tanto è che né Moneti (di Viterbo), né i Milone (di Roma) sono sambenedettesi. Poi in Italia ci sono altri esempi di persone che hanno retto e stanno reggendo con successo società come Genoa, Palermo, Livorno pur non essendo del posto.

Se, invece, c’è qualcuno che vede e conosce di  un potenziale acquirente (che sia locale o ‘frastiero’ nulla cambia) particolari che mal si confanno con il nostro senso sportivo e sociale, è pregato di comunicarlo alla città. Perché se lo sa e non lo fa la sua responsabilità sarà grande, a danno avvenuto. Il sottoscritto e tutta la mia redazione non abbiamo mai avuto alcun timore a denunciare certi ‘passati’ di personaggi che non meritavano la Samb. L’ultima volta durante la disgraziata estate 2013. Quasi sempre le nostre inchieste e le telefonate con loro sono finite in sonori ‘vaffa’. Con Appierto non è ancora successo e spero che non accada.

L’altro mio pensiero è che la distinzione tra tifoso e società deve continuare ad esserci perché entrambe le componenti hanno un loro preciso compito, pur nella indispensabile intercomunicazione tra le parti. I tifosi devono non farsi ingannare dalla società ma nello stesso tempo non uscire dal proprio ruolo. I dirigenti di una società calcistica devono garantire trasparenza (Appierto dirà nell’intervista che pubblicherà mensilmente il bilancio con relative entrate ed uscite) ma anche incidere sul comportamento dei tifosi nel caso compissero azioni violente che recano danno all’economia della società stessa. Rapporti diversi e di prevaricazione possono soltanto affossare la Samb, non riportarla agli antichi splendori.

Dulcis in fundo un ‘fuori onda’ “Il mio budget è di 300 mila euro ma in circostanze utili potrebbe anche aumentare, anche se non di molto, se finalizzato ad un obiettivo ben preciso”. Parole di Appierto.

All’intervista.