SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Che ogni congresso rappresenti per il Pd una resa dei conti intestina non è più un mistero. Ma arrivare a ipotizzare il rischio brogli in famiglia un certo stupore lo genera sempre. Il grido d’allarme arriva direttamente dal sindaco Gaspari che, ovviamente tramite Twitter, sabato ha lanciato l’hashtag #sonoandatooggialmare. Il motivo? “Per andare domani ai seggi a controllare la regolarità delle primarie“.

Stavolta nessun fake. Dopo aver annunciato che non si sarebbe recato a votare, il primo cittadino ha rincarato la dose mettendo in dubbio il corretto svolgimento delle consultazioni che vedranno sfidarsi Francesco Comi e Luca Fioretti. Una mossa che segna la netta spaccatura tra i democratici rivieraschi, avviata con il rinnovo dell’Unione Comunale del 3 novembre e proseguita l’8 dicembre con l’elezione di Renzi a segretario.

Da Roma al Piceno la musica non cambia. Stesse tensioni, stesse frecciate. “Non voglio scegliere il meno peggio e non voglio partecipare a una gara dove non viene riconosciuta a tutti la possibilità di partecipare”, accusa Gaspari. Contemporaneamente, i renziani duri e puri invitano a recarsi alle urne per sostenere Comi.

A boicottare l’appuntamento sono soprattutto i sostenitori del grande escluso Ceriscioli. “Avrebbe vinto agevolmente. Chi governerà il partito marchigiano lo farà da una posizione di assoluta minoranza”. Nella lista, oltre a Gaspari, compaiono Valerio Lucciarini, Remo Bruni, Paolo D’Erasmo, l’onorevole Luciano Agostini e Matteo Ricci, quest’ultimo nominato dal rottamatore vicepresidente del Pd. Dall’altra parte, Comi gode invece del supporto a sorpresa di Paolo Perazzoli, confluito per l’occasione tra i renziani nella perfetta continuazione della sfida lanciata dal novembre 2012 al numero uno di Viale De Gasperi.

Il tutto nella solita ottica di correnti e frettolosi riposizionamenti. I sette infatti compaiono nella foto di gruppo (guarda fotogallery) scattata appena un anno e mezzo fa presso l’Auditorium di San Benedetto: si sosteneva Bersani nella corsa a candidato premier. L’outsider, manco a dirlo, era Matteo Renzi. Dal carro si sale e si scende a seconda delle occasioni…