SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Primarie sì, ma con un occhio di riguardo per Luciano Agostini. L’onorevole uscente punta alla ricandidatura alla Camera ed il Partito Democratico pare disponibile a regalargliela, annullando di fatto la competizione in vista della consultazione popolare che dovrebbe svolgersi i prossimi 29 e 30 dicembre.

“Sosteniamo Luciano”, confessa Paolo D’Erasmo, che a sua volta azzera ogni possibilità di corsa per il Parlamento: “Non mi candiderò, in futuro avrò sicuramente altre possibilità. Stavolta non è il  mio turno. Agostini deve proseguire nella strada intrapresa. Lo appoggeremo fortemente”.

Non una voce isolata, bensì un coro unanime. I democratici fanno scudo sull’ex sindaco di Offida, puntando sulla sua lunga storia politica alle spalle, condita da prestigiosi incarichi regionali, quali assessore a Palazzo Raffaello e vice presidente di Spacca dal 2005 al 2008.

“Mettere un’altra figura imponente al suo fianco equivarrebbe ad uno svantaggio palese, per lui ma pure per il territorio tutto”, è il pensiero che giunge dai piani alti del partito. Tradotto: una guerra intestina danneggerebbe, oltre ad Agostini, lo stesso Piceno, che rischierebbe altamente di non ritrovarsi alcun esponente di riferimento a Roma, a partire dalla prossima legislatura.

Gli outsider a questo punto potrebbero essere di facciata e, sulla carta, elettoralmente poco appetibili. Si parla delle ascolane Maria Stella Origlia, Monica Acciarri e Valentina Bellini, a cui si sommerebbe probabilmente il primo cittadino di Castel di Lama, Patrizia Rossini. Tutte donne, in virtù della parità numerica di genere e, fatta eccezione della Rossini, tutte riconducibili all’area pro-Canzian, assessore regionale in rotta di collisione proprio con Agostini.

Il Partito Democratico sambenedettese si riunirà lunedì. Gli iscritti auspicano per quel giorno di avere in mano regole certe e definitive. I dubbi infatti sono ancora molteplici e riguardano specialmente la metodologia che verrà utilizzata per la votazione dei candidati. Qualora le preferenze fossero suddivise per ramo – Camera da una parte e Senato dall’altro – potrebbe pertanto uscire dal cilindro una seconda figura ad impatto che garantisca maggiori chance al sud delle Marche.

PERAZZOLI FUORI Il mister x in questione non sarà comunque Paolo Perazzoli che, nonostante i rumors di queste settimane, sarebbe intenzionato a non mollare lo scranno di consigliere regionale.