Dal settimanale di Riviera Oggi numero 940 del 19 novembre 2012

GROTTAMMARE – Quando arriva l’autunno Grottammare si trasforma magicamente e si fa, per dire, Valpadana.
Accade soprattutto nei pressi dello svincolo dell’autostrada dove si crea, nelle ore notturne, una coltre di nebbia, ma che nebbia non è. Si tratta infatti dei fumi provocati dal Sansificio di Grottammare, l’Adriaoli.

Ricordiamo la mobilitazione dell’anno scorso da parte del sindaco Luigi Merli che dopo un sopralluogo delle forze preposte emanò un’ordinanza di chiusura della Provincia che rievocò il permesso di emissioni. Dove eravamo rimasti nel 2011? Lo stabilimento chiuse i battenti in anticipo, il 4 dicembre e pareva non dovesse aprire più perché, da quello che era emerso dal sopralluogo, la caldaia non era a norma.
L’Adriaoli nei mesi successivi fece però ricorso al Tar ed infine al Consiglio di Stato, vincendo in entrambi i casi. Nel frattempo siamo giunti di nuovo in autunno, tempo di raccolta di olive, di frantoi aperti e di scarti di sansa, che lo ricordiamo è composta dalle buccette, dai residui della polpa e dai frammenti di nocciolino delle olive. Ed eccola qua, la ciminiera riprende a sbuffare.
Insieme ai primi fumi, arriva un comunicato dal Comune in cui si avvisa la cittadinanza che tra la ditta e l’Amministrazione si è aperto un dialogo e che sarà prossima la dislocazione del sansificio.

In verità sono anni che si parla di questa possibilità, ma stavolta il sindaco ci punta particolarmente.
Sintomo di distensione è stata la sospensione di produzione avvenuta sotto San Martino per accontentare una richiesta di Merli.

Nessuna novità è giunta dalla Provincia. Proprio su questa istituzione si apre un giallo, almeno per noi di Riviera Oggi. Dall’ordinanza del Consiglio di Stato, che di fatto ha sospeso la revoca ad emettere, si legge che “Il provvedimento di revoca impugnato non reca un accertamento sul superamento dei limiti di emissione consentiti, ma censura la non conformità a pertinenti normative tecniche (uni) delle rilevazioni strumentali fatte eseguire dalla Adriaoli attraverso il laboratorio privato incaricato, contestualmente adducendogli gli esiti di sopralluoghi della Polizia Municipale, i quali si sono limitati ad accertare che il sansificio era attivo ed operante”. Di fatto non è stato consegnato o non esiste  alcun documento che accerti le emissioni non a norma.

Noi ne ottenemmo uno risalente al 2010 che pubblicammo il 7 febbraio 2011 (guarda tabella) e il livello alto di acido cloridrico.
Ricordiamo inoltre che il sansificio aveva aperto a novembre 2011 con un permesso temporaneo di sette giorni, per verificare il livello di emissioni a seguito della loro dichiarazione sui macchinari migliorati. Ebbene anche questa volta (dopo febbraio 2010) l’Arpam (Agenzia Regionale per la Protezione Ambientale delle Marche) aveva trovato tante irregolarità.
Ce lo confermarono le dottoresse dell’ente Lucia Cellini e Valentina Crescenzi dopo aver fatto il sopralluogo: “La ditta non ha fatto gli interventi che avevan dichiarato. Le emissioni non sono a norma”.
Siamo andati sul luogo e, a differenza dell’anno scorso, la porta del Sansificio è aperta e abbiamo potuto verificare che non ci sono più i mucchi di sansa. Sembrerebbe, come abbiamo ipotizzato nel nostro giornale online, che gli scarti dell’oliva vengano subito trattati e questo ne eviterebbe almeno la volatilizzazione.

Rimaniamo in attesa di quando l’Arpam, una volta che la produzione sarà a pieno regime, andrà a verificare le emissioni.