SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Nei giorni di festa non si deve lavorare. A pensarla così sono i parroci delle chiese di Santissima Annunziata, Cristo Re, Sacra Famiglia, San Giacomo della Marca di Porto d’Ascoli, Regina Pacis e Sacro Cuore di Centobuchi, San Niccolò di Monteprandone, San Savino di Ripatransone, San Nicolò di Acquaviva Picena e Madonna del Suffragio di San Benedetto del Tronto che, insieme con le comunità cristiane, si oppongono ancora una volta alla legge sulla liberalizzazione delle aperture degli esercizi commerciali.

“Non è una battaglia ideologica – recitano in coro – ma essenzialmente antropologica, cioè legata a quei valori e stili di vita che permettono il fiorire della vita buona dell’uomo con la sua famiglia. Vogliamo quindi riaffermare la nostra solidarietà a tutti i lavoratori”.

Un monito chiaro dunque, in vista della prossima festività di Ognissanti. “Il riposo è legato al ritmo vitale dell’uomo. Il giorno festivo, con l’astensione dalle attività lavorative permette ad ognuno di gustare ciò che è frutto delle sue mani  e della sua intelligenza; di non essere un semplice ingranaggio della catena produttiva, ma un uomo e una donna che fanno del loro lavoro il mezzo per realizzarsi come persone”. C’è poi il discorso della famiglia, “cellula vitale della società”. “Già in crisi per svariati motivi, sottoposta alle tensioni inevitabili dei turni festivi, rischia di diventare un luogo disabitato e non più il centro della vita affettiva ed educativa. Come è pensabile che una madre, impegnata anche nel giorno domenicale, possa dedicare il suo tempo ai figli, ascoltare le loro gioie e sostenere i loro primi fallimenti?  Come può un padre, impegnato anche lui, trovare il tempo per dialogare con la propria moglie ed educare in maniera forte e saggia i propri figli? Per noi il lavoro ha sempre una valenza educativa. Dubitiamo che possa continuare ad esserlo con gli attuali ritmi snervanti”.

A quanto pare, i parroci non si fermeranno alle parole. Al contrario, proporranno “una grande raccolta di firme, perché questa legge possa essere cambiata in modo da trasformare l’apertura domenicale e festiva da prassi consolidata, ad eccezione tollerabile”.

La liberalizzazione sulle aperture dei negozi è figlia della manovra finanziaria dell’estate 2011, entrata però in vigore solo dal 2 gennaio di quest’anno. Il provvedimento non solo ha eliminato i vincoli di orario per negozi, bar, ristoranti, locali e supermercati dunque, ma anche quelli che imponevano di rispettare la chiusura per mezza giornata durante la settimana, quella domenicale e quelle, appunto, durante le festività. A San Benedetto, l’amministrazione comunale si è sempre mostrata favorevole alla normativa, facendo leva soprattutto sul marchio turistico della città.