SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “La polemica è inutile, campata in aria”. Amedeo Ciccanti tenta di fare da paciere tra Domenico Pellei e Marco Calvaresi e smonta una volta per tutte l’iniziativa relativa al Registro delle coppie di fatto, promossa nei giorni scorsi dal sindaco Gaspari.

Il Presidente del Consiglio Comunale s’era espresso favorevolmente all’ipotesi di riconoscere le unioni civili e di equipararle a quelle suggellate dal matrimonio, riprendendo il capogruppo Udc che, invece, aveva puntato apertamente il dito contro il primo cittadino, bocciando la proposta senza appello.

“Tra i due non c’è alcuno scontro”, sentenzia l’onorevole ascolano. “Pensano le stesse cose sull’argomento. L’errore è stato nel comunicare, hanno fatto confusione nell’esprimersi; so bene come la pensa Calvaresi, un anno e mezzo fa sottoscrisse un programma di partito che conteneva la difesa della famiglia. Afferma semplicemente che va affrontato il tema delle coppie di fatto, non dice però che la soluzione possa essere il Registro”.

Ciccanti ammette di non appassionarsi alla discussione. Anzi, la reputa vuota di contenuti. “La politica sambenedettese si è scaldata sul nulla. Non entro nel merito della faccenda, non esprimo né un giudizio positivo, né negativo. L’istituzione del Registro sarebbe esclusivamente simbolica, in quanto i Comuni non legiferano nel merito; rappresenterebbe una provocazione. Se Gaspari ritiene la problematica fondamentale, si rivolga al suo partito e chieda di presentare una mozione in Parlamento”.

L’ex sindaco di Ascoli contesta quindi il metodo: “Non vanno usate le istituzioni per promuovere iniziative politiche che rispecchiano in proprio punto di vista. Il Comune è di tutti, non della maggioranza”.

Senza dimenticare il fattore realizzativo. Sempre secondo Ciccanti, il Registro sarebbe un ulteriore onere per l’amministrazione comunale. Necessiterebbe di una persona adibita a curarlo e ad aggiornarlo. “Per quale motivo, in tempi di spending-review, il cittadino dovrebbe pagare una tassa maggiore? Per un impiegato chiamato a controllare una lista insensata? E’ solo propaganda”.