MARTINSICURO – Sdraio, lettini, ombrelloni, tavoli, canotti. La protesta dei balneatori di Villa Rosa sud contro l’erosione costiera si è materializzata nel corso della giornata di lunedì 17 settembre con la disposizione sul lungomare delle attrezzature utilizzate durante la stagione estiva. Un modo per sensibilizzare le Istituzioni, ed in particolar modo la Regione Abruzzo, a finanziare lavori strutturali a protezione della costa.

Se già negli ultimi anni il tratto di arenile a Villa Rosa sud si è notevolmente assottigliato, con la burrasca che si è verificata nei giorni scorsi la spiaggia praticamente non c’è quasi più. La furia del mare ha fagocitato gli ultimi metri rimasti e si è abbattuta rovinosamente anche sugli chalet, provocando seri danni alle strutture, come ad esempio ad alcune cabine dell’hotel San Remo completamente sfasciate.

“I tempi del dialogo con le Istituzioni sono finiti” ha affermato Andrea Tommolini, portavoce del Movimento Autonomo Antierosione e titolare dello stabilimento “Il Brigantino”. “Villa Rosa da vent’anni subisce l’erosione, ma oggi possiamo affermare che si è arrivati al disastro ambientale”. Sotto accusa le scogliere e il pennello posizionati anni fa nella zona tra Martinsicuro e Villa Rosa, e finanziati dal progetto Ricama. Lavori che hanno permesso di ricostruire le spiagge in quel tratto di costa, ma che hanno inevitabilmente spostato il fenomeno erosivo più a sud. “E’ diventato impossibile fare turismo – prosegue Tommolini – e visto che è da vent’anni che Villa Rosa subisce l’erosione, ora abbiamo deciso di intraprendere una battaglia legale contro la Regione Abruzzo”. I balneatori, che hanno raccolto oltre 15mila firme a supporto della causa, annunciano un esposto per disastro ambientale nei confronti della Regione per non aver adeguatamente provveduto alla tutela e salvaguardia della costa e propongono tra le immediate soluzioni, la sospensione del pagamento del canone demaniale 2013, per tamponare i danni economici derivanti da stagioni estive con sempre meno ombrelloni in spiaggia. “A che serve pagare se e poi questo il trattamento che riceviamo dalle Istituzioni?” si chiede Tommolini.

La protesta per interventi urgenti contro l’erosione ha varcato i confini comunali, estendendosi anche agli stabilimenti balneari della zona nord di Alba Adriatica, similmente interessata dal problema. Anche a Martinsicuro centro sono stati messi sul lungomare lettini ed ombrelloni, in quanto gli operatori turistici chiedono che i lavori da tre milioni di euro già finanziati dalla Regione Abruzzo comincino al più presto, prima che la spiaggia sparisca del tutto.

Presente alla manifestazione anche il sindaco Paolo Camaioni, che ha annunciato l’invio alla Regione Abruzzo dell’ordine del giorno approvato nell’ultimo Consiglio comunale e relativo a interventi urgenti contro l’erosione. “Chiederemo subito – ha affermato – un incontro con i vertici della Regione. La situazione è gravissima e i tempi d’attesa non ci sono più. E’ a rischio il turismo della cittadina, e l’economia del settore, con molti posti di lavoro in bilico. Faremo un’azione congiunta insieme a tutte le forze politiche consiliari per avere risposte certe ed immediate”.

E la mareggiata dei giorni scorsi ha causato ingenti danni anche al rimessaggio barche pubblico, dove le onde del mare hanno ingoiato tre barche e il carrello di una barca a vela, al momento ancora non ritrovati, e ne ha danneggiate molte altre. Si pone ora il problema di rintracciare i proprietari, poiché non essendo le barche soggette a registrazione, quelle ormai inservibili potrebbero essere abbandonate sul posto, con il Comune che dovrebbe sobbarcarsi i costi dello smaltimento.  Nell’area inoltre restano ancora i segni dell’accampamento di decine di extracomunitari che nei mesi estivi, lavorando come ambulanti, hanno fatto del rimessaggio la propria dimora: materassi, teloni, bottiglie, coperte, semisepolti dalla sabbia o ammassati in alcuni punti.

“Abbiamo dovuto assistere a situazioni indecenti – racconta Enrico Bartolini, titolare del limitrofo rimessaggio barche “Le Tamerici” – con decine di stranieri che si sono accampati e mangiavano, dormivano, facevano i loro bisogni sul posto, con una situazione igienico-sanitaria estremamente precaria”. Alcuni addirittura, si erano costruiti un rifugio dormendo sotto alcune barche abbandonate.

Finita la stagione gli stranieri sono andati via, ma la spiaggia mostra i segni del passaggio di esseri umani in difficoltà e della furia della natura. Alcune barche, come monito per un’estate difficile che si spera non debba più ripresentarsi in futuro, sono state posizionate sul lungomare come simbolo di protesta.