GROTTAMMARE – Non lo chiamano “Il rigattiere della storia della comunità bianco-celeste” per niente. Lillo Olivieri, chimico col pallino per la storia, è uno di quei figli di Grottammare che amano così tanto la propria madre da voler che chiunque ne sappia vita, morte e miracoli in un’ottica storiografica il più veritiera possibile.

I suoi studi diacronici riferiti all’imminente Sacra vanno avanti addirittura dal 1990. Un revisionismo sulla manifestazione simbolo della Perla Dell’Adriatico che non mira ovviamente a minarne la credibilità oppure a contestarne l’applicazione rievocativa in vigore ormai da secoli.

Al contrario, Olivieri punta alla maggior valorizzazione dell’evento, implementandone il posizionamento temporale nel datario della storia dei fatti, e calibrando il susseguirsi di quest’ultimi con maniacale cura riformula il concatenamento di cause ed effetti che a suo dire hanno portato ad errata còrrige sulla veridicità storica dichiarata dalle amministrazioni comunali.

“Nel corso dei secoli il popolo ha avuto la coscienza storica dell’evento, ma si è fermato solo alla sua esteriorità – dichiara Olivieri – Dal ‘90 in poi ho scritto tre libri sulla Sacra, scoprendo che l’unica cosa vera è appunto l’evento, incontestabile in quanto documentato anche da materiale ufficiale del Vaticano. Nonostante sia stato tramandato oralmente attraverso la non-cultura della gente, è irrefutabile. Dal ‘600 in poi appare nei documenti comunali la presunta data 1175, secondo la quale Papa Alessandro III sia venuto a Grottammare dando il via all’indulgenza plenaria e quindi alla Sacra. In realtà ho scoperto che la data corretta è 1177”.

E’ proprio questo il punto focale che lo ha portato a teorizzare la sua linea temporale dei fatti, e conseguenzialmente a calcolare la data esatta dello sbarco del Papa a Grottammare.

Per prima cosa osserviamo questo elenco cronologico, descrittivo del viaggio secolarmente accertato di Alessandro III da Vieste verso Venezia. Il tragitto conosciuto come la famosa “Pace di Venezia”.

9-3-1177: Si mette in viaggio per Venezia

23-3-1177: Giunge a Venezia

17-4-1177: Convoca a Ferrara i rettori

10-5-1177: Torna a Venezia

24-7-1177: Si riconcilia con Federico Barbarossa (Piazza San Marco)

1-8-1177: Presiede un’assemblea nel palazzo del vescovo di Venezia

14-8-1177: Tiene un concilio a San Marco. Fine dello scisma

15-10-1177: Lascia Venezia e si dirige verso sud. Si ferma ad Ancona. Lo accompagna pure Federico I

Fine 10-1177: Riparte da Ancona

“Nel ‘90 ho ripercorso la storia di Papa Alessandro III – spiega Olivieri – da quando venne eletto fino alla sua morte. Parte da Vieste il 9 marzo 1177 per andare a Venezia via Jugoslavia, dopo il 15 ottobre riparte da Venezia e giunge ad Ancona, per poi ripartire e trovarsi a Grottammare i primi di novembre”.

La scelta della domenica per festeggiare l’evento? Una questione logistica.

“Far venire dei pellegrini in una zona dove non c’era molta accoglienza infrastrutturale, vuoi per l’epoca vuoi per la piccole dimensioni della città, poteva creare gran scompiglio. Alessandro, anche quando ha dato l’indulgenza a Compostella nel 1179 con le stesse modalità della nostra, decise di far ricadere le manifestazioni future di domenica, nonostante il giorno in cui ne decretò la prima non lo era. Diciamo è una sua abitudine, conscio del fatto che eventi del genere richiedono mobilità e quindi un’organizzazione potenzialmente più gestibile in un giorno non lavorativo”.

E la scelta del primo luglio? Anche qui, nessuna correlazione tra datazione storica e rievocazione. Se analizzassimo le date, noteremmo che la prima domenica che cade in quel giorno solare è nel 1179, due anni dopo lo sbarco. Quindi luglio, in virtù di quanto detto prima, sembra sia stato scelto semplicemente per favorire la movimentazione di fedeli, in un periodo annuale in cui nel territorio grottese era risaputa una celebrazione cristiana, con tutta probabilità quella di San Giovanni.

Gli italiani, popolo notoriamente di memoria cortissima, dovrebbero tenersi stretti le verità storiche che hanno condotto a modi di vita e di sviluppo delle proprie città, ricordandone degnamente i risvolti. Per questo motivo Olivieri combatte la sua personale battaglia affinché ci sia una piccola reminiscenza annuale fino alla manifestazione vera e propria.

Se come diceva Oscar Wilde, “La memoria è il diario che ciascuno di noi porta sempre con sé”, allora ogni grottammarese degno di tale definizione dovrebbe custodire dentro di sé il registro delle memorie della sua città, per evitare la dispersione mnemonica e culturale di quello che la Sacra rappresenta per la storia di Grottammare.

Per visionare i documenti di estrema rarità inoltrati da Lillo Olivieri, a controprova delle sue scoperte, click qui.