SAN BENEDETTO DEL TRONTO – “Mi fido più di Benedetto XVI che di qualche esponente dell’Arcigay”. E pensare che nel suo lungo monologo Carlo Giovanardi alla religione non aveva mai fatto cenno. Intervenuto all’incontro organizzato dal Popolo della Libertà all’Hotel Calabresi nel pomeriggio di venerdì, intitolato “Istituzione Famiglia”, il senatore modenese s’era soprattutto soffermato sui principi della Costituzione.

“La Repubblica riconosce i diritti della famiglia come società naturale fondata sul matrimonio. Mentre oggi questo modello sembra diventato residuale. Si portano avanti concezioni di società liquide, dove non ci si assumono più impegni e doveri. Siamo tutti uguali, tuttavia l’istituto familiare va aiutato maggiormente. Qualcuno propone il divorzio breve. Agli individui va spiegato che non esistono solo le parti piacevoli in un rapporto. C’è anche il sacrificio”.

Insomma, niente di nuovo sotto il sole. E’ il solito Giovanardi, apprezzabile nel difendere strenuamente le proprie convinzioni. Con qualche apertura: “Credo sia giusto parificare i figli nati fuori dal matrimonio con quelli nati dentro. Si tratta di una discriminazione a cui vogliamo far fronte”.

Ma sui gay no. Sull’omosessualità l’ex Sottosegretario non transige. “Ai miei amici gay ripeto che un uomo e una donna possono avere figli, uomo e uomo e donna e donna no. E’ una legge naturale. Da loro non nasce nulla, a meno che non facciano ricorso all’inseminazione o alla fecondazione. Una società che perde la propria identità non mi rappresenta”.

Ancora più severo appare il passo successivo, quello relativo alle possibili adozioni omosex: “Possiamo concepire che un bimbo si ritrovi due padri o due madri? No. La natura ha concesso alla donna il dono di partorire, solo a lei. Ogni sesso inoltre ha le sue caratteristiche distintive, come l’istinto materno che appartiene esclusivamente alla femmina. Con questo non voglio dire che non si possa vivere serenamente la propria sessualità”.

“SI’ ALLO STOCCAGGIO DEL GAS” Da accanito sostenitore del progetto di deposito sotterraneo a Rivara (al contrario bocciato dal Governo Monti all’indomani del terremoto emiliano), Giovanardi accenna quindi all’argomento, forse non consapevole del rovente dibattito in corso in Riviera, sul medesimo tema: “Non si può dire no a tutto. No alla Tav, no allo stoccaggio. Andando avanti così tra vent’anni mangeremo l’erba”.