SAN BENEDETTO DEL TRONTO – L’approvazione dell’atto amministrativo da parte del Consiglio Regionale relativo al Riordino degli Enti di gestione dei Parchi naturali e aree protette il quale, lo si ricorda, esclude di fatto il Comitato d’Indirizzo della Riserva Sentina al potere deliberativo riconoscendogli semplicemente una funzione consultiva, ha determinato un vero e proprio polverone politico su cui anche il Movimento 5 Stelle ha detto la sua.

“Dopo la megavariante, il deposito di stoccaggio del gas e la centrale di biogas – dichiara il Consigliere Comunale Maria Rosa Ferritto – ecco un nuovo attacco al nostro territorio che apre la strada della speculazione per la Riserva. Con questo emendamento sono stati buttati al vento anni e anni di lavoro se si pensa alle risorse ottenute che hanno permesso la restaurazione di Torre del Porto e il ripristino della zona umida al fine di tutelare l’ultimo polmone verde della città. Vogliamo conoscere i motivi – prosegue la Ferritto – che hanno portato il Consigliere Regionale Paolo Perazzoli a una simile decisione nei confronti della Riserva mentre riguardo alla centrale di stoccaggio non ha mosso un dito. Intendiamo procedere a un’interrogazione al prossimo Consiglio comunale e, se necessario, ci mobiliteremo insieme alle associazioni a sostegno della Riserva”.

Una posizione che trova il pieno appoggio di Ambiente e Salute nel Piceno e Legambiente San Benedetto rappresentate da Massimo Bartolozzi e Alfredo Vitali per la prima e dal presidente Sisto Bruni per la seconda i quali, anche loro presenti alla conferenza stampa, hanno espresso forte preoccupazione e perplessità per un provvedimento che non si limita a mettere in discussione il concetto stesso di area protetta nelle riserve naturali dell’intera regione Marche, ma che poco si concilia con la ricchezza faunistica che ne fa parte, senza considerare poi l’impatto ambientale negativo che si avrebbe a causa di questo atto amministrativo il quale, secondo i rappresentanti, spianerebbe la strada alle grandi opere.

Il riferimento va alla centrale di biogas che compare nel bilancio della Ciip attraverso una somma pari a cinque milioni di euro per la sua realizzazione. “È il solito film già visto – accusa Peppe Giorgini – dai piani integrati fino alla megavariante, questa gente fa tutto ciò che vuole all’insaputa dei cittadini che tra l’altro pure li votano. Cosa bisogna aspettarsi per i prossimi mesi? Prima o poi devono loro delle spiegazioni perché si tratta di veri e propri golpe elaborati seguendo sempre la solita logica delle cricche”.

“Questa legge regionale – aggiunge Riego Gambini – toglie di fatto alle riserve quegli organismi volti ad affermare i principi di rispetto delle aree e questa è una fase alquanto delicata visto che ancora il Piano di Gestione della Riserva, sebbene sia stato adottato da parte del Consiglio Comunale, non è stato ancora approvato dal Consiglio comunale”.

Più dettagliatamente, il Piano di Gestione della Riserva si attiene alla legge 15 del 1994 in materia di Riserve Naturali Regionali il cui articolo 4 distingue le Riserve in integrali e orientate. Le prime – si legge nel comma 3 – sono volte alla conservazione naturale nella sua integrità in cui non è ammesso alcun tipo di intervento, ad esclusione della ricerca scientifica da parte di enti e organismi istituzionalmente competenti. Quanto alle seconde, quelle orientate e di cui la Riserva Sentina fa parte, lo stesso comma prevede il divieto di costruire nuove opere edilizie oltre all’ampliamento di quelle già esistenti, lasciando solo la possibilità di intervenire ai restauri o alla ricostruzione di ambienti naturali alterati o degradati.

“Da sempre quella zona della città – dichiara Massimo Bartolozzi di Ambiente e Salute nel Piceno – è stata oggetto di speculazione a cominciare dalla realizzazione proprio all’altezza del depuratore l’uscita della superstrada”.

“Abbiamo le mani legate – aggiunge Sisto Bruni presidente di Legambiente – sebbene siamo parte della direzione della Riserva non vedo altra strada che quella dell’autosospensione”.