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hanno collaborato Emanuela Voltattorni e Antonio Prado

SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Non era facile decifrare il burocratese ministeriale del Decreto Legislativo 130 del 2010, che pure abbiamo pubblicato e commentato in parte. Fortunatamente esiste internet che è più veloce delle risposte alle telefonate e alle mail, anche se ogni ricerca richiede capacità, tempo, pazienza, e un poco di fortuna.

Così sul decreto 130/10, in merito allo stoccaggio, riportiamo un documento del Ministero dello Sviluppo Economico, Dipartimento per l’Energia, direzione generale per le Risorse Minerarie ed Energetiche (rapporto annuale 2011 relativo alle attività del 2010). Alcuni passaggi del rapporto riguardano appunto lo stoccaggio gas (al termine dell’articolo riportiamo le altre parti del paragrafo 5).

a) In merito al decreto legislativo 130/10, “Misure per la maggiore concorrenzialità nel mercato del gas ed il trasferimento dei benefici risultanti ai clienti finali”, si legge: “Tale decreto che contiene misure per favorire l’incremento di nuove capacità di stoccaggio, prevede uno sviluppo fino a 8 miliardi di Sm³ della capacità stessa”. Fin qui nessuna obiezione, ma poi: “I primi 4 miliardi di Sm³ sono riservati al soggetto che intende detenere una quota di mercato all’ingrosso superiore al 40%, fino al 55%, mentre i restanti 4 miliardi possono essere sviluppati anche da altre società di stoccaggio” (tra cui anche aggregazioni di Piccole e Medie Imprese, industrie, termoelettrici).

Ma quale concorrenza può aversi se la metà dell’incremento dello stoccaggio è riservata ad un solo soggetto? Sappiamo bene che l’Eni ha una posizione incumbent nel mercato nazionale del gas (nel 2009 con la sua Stogit il 97% dello stoccaggio non strategico e appunto circa il 60% del mercato complessivo): una norma del genere non sancisce il contrario della libera concorrenza tanto edulcorata dall’Unione Europea?

b) Altro aspetto da valutare: “Il provvedimento prevede apposite misure finanziarie volte a garantire per 5 anni, ai soggetti investitori, effetti equivalenti a quelli che avrebbero disponendo immediatamente della nuova capacità di stoccaggio” (per ovviare ai “lunghi tempi” di realizzazione di un impianto). In pratica lo Stato italiano, ritenendo lo stoccaggio di gas necessario per il buon funzionamento del mercato del gas e dell’approvvigionamento, garantisce per 5 anni, alle imprese che si sono aggiudicate gli stoccaggi, gli stessi importi (se equivalenti ha un significato da vocabolario) che avrebbero se fossero in funzione.

A quanto ammontano le “misure finanziarie” pagate dallo Stato alle corporation del gas, per gli investimenti nel settore?
Abbiamo trovato il dato Stogit 2010, che pure faceva riferimento ad una diversa forma di incentivazione perché precedente al decreto legislativo (non sappiamo se più gravosa o meno per le casse pubbliche: occorrerà aspettare l’anno prossimo per una valutazione del decreto legislativo 130/10).
Fino al 2010, infatti, gli incentivi alla Stogit, leggiamo nel rendiconto finanziario, venivano elargiti “con il 4% dell’investimento per 16 anni, pari al 57% dell’investimento nel periodo”, che per Eni-Stogit equivalevano, nel 2010, “a 144 milioni di euro, in riduzione di 77 rispetto al 2009”, quando dunque la sola Stogit prese dallo Stato 221 milioni di euro (a cui occorrerebbe sommare le altre imprese, nel caso).

Un anno fa ci siamo schierati a favore degli incentivi alle imprese che sviluppano le energie rinnovabili: perché vanno ad una pluralità di operatori, perché incentivano un settore bisognoso di superare i valori soglia di mercato prima di affermarsi definitivamente, perché garantiscono occupazione diffusa. Nel caso degli stoccaggi, non si è invece mai parlato di nulla del genere: l’occupazione è minima a confronto coi capitali investiti (a San Benedetto 100 milioni di capitale investito per 6 dipendenti per massimo 40 anni…). Ad ogni modo l’Anigas ha prodotto recentissimamente documentazione con la quale ha posto delle osservazioni in merito ai criteri per gli incentivi allo stoccaggio del gas (naturalmente non nel senso restrittivo).

Tutto ciò mentre i consumi di gas continuano a scendere (gli ultimi dati danno il 5% in meno su base annuale e il 13% in meno ad ottobre rispetto ad ottobre 2010).

Queste due domande sono state poste all’attenzione della segreteria del Dipartimento dell’Energia e ad un funzionario ministeriale nella giornata di venerdì, non essendo riusciti ad entrare in contatto telefonico. Inviamo anche il link di questo articolo per avere delle delucidazioni ulteriori che sicuramente interesseranno molto i cittadini sambenedettesi.

Di seguito il resto del paragrafo 5.

Capacità 2010

Attualmente i campi di stoccaggio attivi in Italia sono 10, tutti realizzati in corrispondenza di giacimenti a gas esauriti, mentre 13 sono le concessioni vigenti.
La capacità di stoccaggio di gas naturale al 31 dicembre 2010 è pari a circa 14.700 milioni di standard metri cubi (MSm3), di cui 5.100 MSm3 per stoccaggio strategico.
Lo spazio complessivamente conferito è stato di 14.774 MSm3, mentre il gas totale movimentato durante l’anno solare è stato di 16.361 MSm3 di cui 7.957 MSm3 in erogazione e 8.404 MSm3 in iniezione con un decremento rispetto al 2009 di 915 MSm3.

Working gas (gas estraibile per la commercializzazione ogni anno)
Brugherio 158 milioni di metri cubi, Cortemaggiore 650, Sergnano 1.600, Minerbio 1.421, Ripalta 1.312, Sabbioncello 585, Settala 1.160, Fiume Treste 2.350, Collalto 320, Cellino 118, Complesso siti di stoccaggio 9.674 (non comprensivo dello stoccaggio strategico).

Nuovi impianti
A giugno è partito il cantiere per la realizzazione degli impianti della concessione rilasciata nel 2009 “S. Potito e Cotignola” (915 MSm3 di working gas).
Nel corso dell’anno sono proseguiti i lavori di ampliamento della centrale di “Collalto” che permetteranno entro i primi sei mesi del 2011 di aumentare di 355 MSm3 la capacità di stoccaggio del campo.
Un importante contributo all’aumento della sicurezza energetica attraverso l’incremento della capacità di stoccaggio gas potrà essere raggiunto, entro i prossimi anni, con il rilascio di quattro concessioni (“Cornegliano”, “Cugno Le Macine”, “Serra Pizzuta” e “Sinarca”) a nuovi operatori, con l’entrata in esercizio della concessione “Bordolano” e la sovrapressione in alcune concessioni vigenti.
Per quanto riguarda la concessione “Cornegliano” (1.300 MSm3 di working gas) i lavori della conferenza di Servizi si sono conclusi e il relativo decreto verrà presumibilmente emanato, di concerto con il Ministero dell’Ambiente, entro i primi mesi del 2011.
Per le concessioni “Cugno Le Macine” e “Serra Pizzuta” (800 MSm3 di working gas) è in corso la conferenza di servizi e si è in attesa dell’espressione dell’intesa da parte della Regione Basilicata, richiesta dal Ministero nel novembre 2009.
Per le concessioni “Sinarca” (324 MSm3 di working gas) e per l’ampliamento degli impianti della concessione “Bordolano” (1.200 MSm3 di working gas) procedono i lavori delle conferenze di servizi. Per quest’ultima, si è in attesa del rilascio dell’intesa da parte della Regione Lombardia richiesta Ministero nel marzo 2010.

Sovrapressioni

Dopo una lunga fase di sperimentazione e l’espletamento delle procedure di VIA, è stata rilasciata in ottobre l’autorizzazione per l’esercizio in sovrapressione (107%) della concessione “Settala” (500 MSm3 di incremento di working gas).
A maggio, a conclusione del secondo periodo di sperimentazione al 107% per la concessione di “Sergnano” (350 MSm3 di incremento), è stata presentata istanza di autorizzazione all’esercizio; al fine di acquisire ulteriori elementi tecnici di dettaglio è stato autorizzato in ottobre un ulteriore periodo di sperimentazione di tre mesi.
Per la concessione “Ripalta” (300 MSm3 di incremento), è stata autorizzata, per il ciclo di stoccaggio 2010-2011, una seconda fase della sperimentazione al 110% (proprio a Ripalta nel dicembre 2010 si è verificato un incidente, ma ovviamente non abbiamo notizie circa la connessione con la “sperimentazione” in sovrappressione, il nostro è un puro dato di cronaca, ndr).