SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una manovra da 30 miliardi di euro varata dal nuovo governo Monti. La tassa sul lusso è in arrivo e stavolta colpirà non solo auto potenti e aerei, ma anche le barche. Dal 1° maggio 2012, infatti, tutte le navi ed imbarcazioni da diporto nazionali ed estere che stazionino in porti marittimi nazionali, navighino o siano ancorate in acque pubbliche anche se in concessione a privati, saranno soggette al pagamento della tassa per ogni giorno o frazione di esso.
I costi? 7 euro giornalieri per le imbarcazioni da diporto di lunghezza da 10,01 metri a 12 metri; 12 euro per quelle di lunghezza da 12,01 metri a 14 metri; 40 euro per le imbarcazioni da 14,01 a 17 metri; 75 euro per quelle da 17,01 a 24 metri; infine 150 euro al giorno per le navi da diporto di lunghezza da 24,01 metri. Si sale poi a 207 euro tra i 34,01 e 44 metri, per arrivare ai 703 euro per le imbarcazioni con lunghezza superiore a 64 metri. Per omesso, ritardato o parziale pagamento dell’imposta scatta una sanzione dal 200 al 300% dell’importo non versato oltre all’importo della tassa stessa.
A seguito della presentazione della manovra, l’europarlamentare del Pdl Carlo Fidanza, membro della commissione trasporti a Bruxelles e relatore per la nuova strategia Ue del turismo, esprime una sua personale considerazione: “Siamo tutti consapevoli del quadro difficile in cui nasce questa manovra, ma la supertassa sulle imbarcazioni da diporto è un colpo molto duro al turismo nautico. Lo è nei confronti dell’industria cantieristica, una vera eccellenza italiana, che vedrà ridursi gli ordini in un periodo già difficile. Lo è altrettanto nei confronti dei porti turistici che vedranno molte disdette a favore dei paesi limitrofi. Quando si tassano aspetti del patrimonio, pur apparentemente voluttuari e in qualche caso lussuosi – prosegue Fidanza – bisogna sempre tenere conto della ricaduta sull’industria che produce quei beni e sui territori che li accolgono. Il grido di dolore che si leva dal settore non è a difesa di presunti super-ricchi ma di aziende sane e di vive realtà portuali che rappresentano un valore aggiunto tutto tricolore. Spero ci sia spazio per un ripensamento e che si trovino modi più efficaci per far pagare chi più ha”.
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caro eruoparlamentare, l’industria navale produce oggi la maggior parte dei fallimenti e di insoluti dell’industria manifatturiera creando anche un danno all’indotto dell’impresa artigiana. ne conviene che oggi sono poche le realtà delle piccole e medie imprese che beneficiano realmente in questo mondo a mio modo di vedere le cose, mi sembra correttissimo applicare la tassa così come interpretata dal governo. caro europarlamentare, un’imbarcazione turistica (yacht) costa 1ml al metro questo significa che un’imbarcazione di 50-60 mt costa ad occhio e croce 50-60 ml di euro queste imbarcazioni costano dai 50.000,00 € ai 300.000,00 € di gestione al mese in quanto… Leggi il resto »
Le barche non mi sembrano beni di prima necessità! e poi se uno può spendere centinaia di migliaia di euro per una imbarcazione può tranquillamente dare anche qualche migliaia di euro alla collettività. Cosa deve dire un operaio che entrato nel mondo del lavoro molto presto dovrà continuare a lavorare fino a 65/70 anni se non vuole avere una pensione da miserabile!? cosa vogliamo dire di tutti quei giovani che d’estate lavorano negli chalet della nostra riviera ai quali non vengono pagati i contributi o si applicano contratti a chiamata anche se lavorano tutta la stagione? questi quando matureranno i… Leggi il resto »
Questo provvedimento è per molti aspetti iniquo e recessivo. Tassare solo in base alla lunghezza senza tenere conto del tipo di imbarcazione e dell’anno di immatricolazione vuol dire far passare per nababbi persone normalissime. Tassare non per il possesso ma per l’ormeggio nei nostri porti vuol dire favorire l’allontanamento del turismo nautico dai porti italiani a vantaggio di quelli di altri paesi. Ergo: non sono affatto preoccupato per i miliardari quanto per il fatto che non siano stati individuati i criteri giusti per tassarli, criteri che invece finiranno per penalizzare famiglie “normali” e soprattutto aziende, e quindi in ultimo impiegati… Leggi il resto »