ANCONA – Ventisettesimo della ripresa: nella Samb da poco è uscito Di Vicino, e soprattutto nell’Ancona è entrato quel Mattia Santoni, in C1 proprio con i rossoblu, che non si capisce perché stava in panchina. Dal suo ingresso, in due minuti, l’incontro è cambiato: al 27′ miracolo di Di Vincenzo sul tiro quasi a “tu per tu” di Costa Ferreira. Sull’angolo seguente c’è lo “sliding doors” dell’incontro, l’episodio che poteva riscrivere il suo andamento. Protagonista: Eddy Mengo.

L’esperto difensore rossoblu, fino a quel momento perfetto, si immola e va a togliere, con un tuffo di testa, la palla dall’angolino, anticipando l’intervento a botta sicura di un avversario. Nel farlo, batte contro il palo e resta a terra. Cosa che provoca le ire del pubblico di casa, che si macchia del lancio di oggetti e seggiolini in campo, provocando una lunga interruzione dell’incontro (il Del Conero dovrebbe a questo punto essere a rischio di squalifica visto quanto accaduto anche in Coppa Italia…). Gli animi si scaldano troppo, quando Santoni va a battere il corner, Genchi perde la testa e dà un calcetto a Pazzi a gioco fermo: espulsione.

Da quel momento sempre l’Ancona, trascinata da un ottimo Santoni e da un notevole Ambrosini, seppur in dieci, profonderà il massimo sforzo, senza però rendersi davvero pericolosa anche se la Samb, un poco stanca nei “portatori d’acqua” fin lì encomiabili (Puglia, Cuccù, Gramacci), resta chiusa in difesa fin quando, nel finale, Napolano e Voinea azzeccano la giocata più antica: palla all’angolino del corner avversario alla ricerca di punizioni, falli laterali e calci d’angolo.

Eddy Mengo. Lo aveva detto già a luglio: “Sono consapevole che lo scorso anno ho giocato male, ma quello non era il vero Eddy Mengo. Se pensassi di non essere diverso, non sarei qui”. Aveva saltato la prima gara, aveva a noi destato un’ottima impressione nei 20 minuti iniziali contro la Vis (poi uscito per indisposizione), e ieri si è ripetuto. Ora, è lui l’uomo che più di ogni altro incarna la rivincita di Ancona: da 3-0 a 0-1 nel giro di un mese.

C’è un altro “ragazzo” oltre i trenta anni che nella scorsa stagione sembrava sul viale del tramonto, e quest’anno, invece, sta disputando gare ad altissimo livello. Massimiliano Zazzetta ha il merito di essere in tutte le azioni che portano al gol di Pazzi (tre su tre…), e, ritornato nel ruolo a lui più congeniale di terzino, rispetto alla dispendiosa posizione di esterno.

E proprio Zazzetta è l’uomo che ci conduce a Palladini. Il quale ad Ancona ha compiuto un altro passo verso una Samb comunque ancora in evoluzione, ma che deve essere per forza compatta ed operaia, almeno per tre quarti di formazione, lasciando a Pazzi e Di Vicino il compito di mettere la ciliegina sopra la torta. Palladini ha il merito di aver rigenerato Mengo e Zazzetta, di aver trovato in Cuccù un giocatore quasi universale nonostante la giovane età, e soprattutto di rivedere certe posizioni un poco squilibrate e tornare verso una Samb più ordinata. L’ingresso di Puglia al posto di Napolano ha visibilmente “intostato” il centrocampo rossoblu invece troppo leggero contro la Vis. L’abbandono della pista del doppio centravanti ha fatto il resto.

Godiamocela.