ROMA – “Fermo restando il diritto di passaggio sulle spiagge che è inviolabile, tutto ciò che è terreno su cui insistono gli insediamenti turistici (chioschi, stabilimenti balneari, strutture ricettive) sarà oggetto di diritto di superficie che dura 90 anni”. Lo ha affermato il ministro dell’Economia Giulio Tremonti, illustrando giovedì il decreto legge per lo Sviluppo approvato dal Consiglio dei Ministri.
Un passaggio del Decreto Sviluppo, dunque, che riguarda molto da vicino San Benedetto del Tronto e la sua miriade di concessioni balneari, in agitazione per le conseguenze della direttiva Europea Bolkestein, dai temuti effetti secondo i quali le concessioni balneari e demaniali sarebbero dovute tornare all’asta nel giro di pochi anni. Con il timore, hanno più volte ribadito gli operatori balneari, che venissero così a dissiparsi gli investimenti economici fatti sulle strutture in ossequio di un principio della libera concorrenza che, secondo molte associazioni di categoria, non terrebbe però conto della natura di “piccola impresa familiare” che hanno alcune concessioni balneari.
Secondo questo Decreto Sviluppo, invece, chi prende in concessione uno stabilimento balneare ora può andare avanti praticamente a vita e tranquillamente.
Il diritto di superficie, ha precisato il numero uno del Tesoro, sarà ovviamente a pagamento. “E noi riteniamo che sarà pagato molto bene, ovviamente a condizione che ci sia regolarità fiscale e previdenziale. Abbiamo ritenuto – ha spiegato il ministro – che un diritto lungo dia una prospettiva di tempo sufficiente per fare degli investimenti e creare lavoro”.
Le rassicurazioni di Tremonti (“le spiagge restano pubbliche”) non rassicurano però ambientalisti e opposizioni che attaccano: “Svendono i litorali italiani”. Il presidente dei Verdi Angelo Bonelli commenta: “In nessun paese d’Europa e del mondo si è arrivati ad una simile gestione del demanio marittimo”.
“Un decreto sottosviluppo” con all’interno “un piano casa e la privatizzazione spiagge: un regalo senza precedenti a mafiosi, abusivi e speculatori” ha commentato Vittorio Cogliati Dezza, presidente di Legambiente. “Mai avremmo potuto immaginare di raggiungere un punto così basso – aggiunge Cogliati Dezza – Il Belpaese smembrato e devastato dal cemento, in mano alla criminalità e agli speculatori con l’avallo del governo”.