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da Riviera Oggi numero 859 in edicola
SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Tento, umilmente, di fare un personale punto della situazione sulla situazione politica sambenedettese dopo i “fiumi di parole” (erano le meteore Jalisse al Sanremo 1996 a cantarlo) degli ultimi giorni. Una politica mai così spumeggiante, appunto, di verbosità, che manifesta un dinamismo potenzialmente interessante anche se, ancora, bloccato in un ping pong privo di colpi di classe. Cominciamo.
SEL E IL “PROGRAMMA” Reputo politicamente legittimo e persino trasparente il matrimonio tra Sinistra Ecologia e Libertà e la maggioranza di Gaspari. Ma su quale programma? Nessuno. La Megavariante, lo sanno bene Mancini, Spadoni e Rossetti, era mezza morta di per sé, tanto che il referendum, a ‘sto punto, è quasi inutile se non come importante momento di coinvolgimento popolare sul tema della “crescita zero”. Adesso si troveranno le parole per aggiustarla un poco (volumetria in via Piemonte, volumetria dove è l’attuale piscina, qualche altro mattone ma “senza consumo di nuovo suolo”). Sulle primarie spendo il punto successivo. Sul Piano Regolatore Generale è come sfondare una porta aperta: Gaspari ripete sempre che, nonostante la Megavariante, il Prg resta (o resterebbe?) la loro stella polare (si spera non ghiacciata). Sel gioca la propria credibilità politica non sui tre punti dell’accordo, che non sarà accordicchio ma non è una svolta, ma su un campo ben diverso, che ora non tocchiamo per brevità ma anche per verificare se gli ex “ragazzacci” sapranno (in caso di vittoria del centrosinistra e di successo elettorale anche di Sel…) davvero individuare e così indirizzare il resto della maggioranza. Sarebbe davvero una rivoluzione. Mai dire mai.
GASPARI E LE PRIMARIE Il sindaco lo sa: se davvero si faranno, saranno primarie farsa. Per questo, personalmente, non auspico una grande partecipazione popolare, poiché non augurerei a nessun amico di essere ingannato. Sono un innamorato delle primarie, e mi piacerebbe che, in una ipotetica e seria competizione (al primo mandato, quindi…), si sfidassero Gaspari, e magari Emili, Sorge, Spadoni, Canducci, eppoi magari Del Zompo, Di Francesco, e via dicendo (un nome per tutti: Enzo Eusebi). Ora Gaspari dice a Canducci di ritirare la sua candidatura (dopo averla però auspicata), e conferma quel che da sempre ho scritto. Spadoni, da parte sua, sa che per vincere contro un sindaco in carica deve fare terra bruciata, elencarne tutti gli errori, fare battaglie in piazza e sulla stampa (con sommo gaudio degli avversari). Non ci credo: per lui e per Sel è più conveniente farsi contare che rischiare la battaglia aperta e totale (come avvenuto fino a una settimana fa, d’altronde). Sarebbe dunque più congruo che Gaspari, come logica vorrebbe, andasse legittimamente alla prova delle elezioni senza questo incomprensibile passaggio.
IL COMITATO CRESCITA ZERO Ora le varie anime sono furenti per il “tradimento” di Sel, passata dalla crescita zero alla crescita “un po’ meno” (ma questo è il dilemma di sempre della politica: conto di più se combatto da fuori o da dentro? Purché si combatta, sarebbe da dire…). Tra le varie anime vi sono Rifondazione Comunista, Movimento 5 Stelle, qualche esponente che ora gravita nell’area centrista, e i cosiddetti “laici” (dopo Riego Gambini anche Emidio Girolami ha abbandonato, intanto). C’è stato un errore di fondo tra tutti i partecipanti: ribattere in continuazione sulla a-partiticità del Comitato. Che naturalmente è cosa sacrosanta, ma che avrebbe dovuto condurre i meno smaliziati politicamente a costruire, attorno a questa intesa, un vero gruppo politico del tutto sganciato dagli abituali schemi decisi a Roma (a cui anche Sel è sensibile, evidentemente). L’incapacità di far questo e i piccoli recinti rendono il Comitato, appunto, tale e fine a se stesso. Debole, dunque, nell’indurre Sel al rifiuto dell’abbraccio con Gaspari e soci. Perché orientato esclusivamente all’abolizione della delibera 113 del 23 dicembre 2009, attualmente già depotenziata.
SEL E IL COMITATO Incapacità politica che è soprattutto di Sel, però. Sono riusciti a venire a patti col loro “nemico” (quante ne hanno dette a Gaspari in due anni? Chi non ricorda il botta e risposta al Concordia col sindaco che ammansiva uno strepitante e non microfonato Mancini: “Giorgio, perché ti agiti tanto?”) mentre non hanno capito che, al di là dei vendolismi romani e lombardi (Vendola forse sta più a Roma e Milano che a Bari), il patrimonio di 4.300 firme sarebbe caduto su di loro prima di tutti gli altri se solo fossero stati bravi a capitalizzarlo, a mettere insieme Rifondazione coi grillini, pezzi di centro con pezzi di Pd in uscita libera alla prima occasione. Difficile? Forse. Forse è un linguaggio sconosciuto, difficile da usare da chi è stato abituato ad altro.
E IL RESTO? Qualcosa verremo a sapere con YouRiviera che, venerdì 25 febbraio alle ore 15 vedrà come ospite l’ex sindaco Domenico Martinelli, della omonima lista, attualmente componente del Nuovo Polo Sambenedettese (Udc-Fli-Api-civiche).
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Le osservazioni critiche di Flammini sono giuste, ma in effetti il comitato cittadino nasce con ambizioni “politiche” di alto profilo, una sfida culturale, un “progetto” politico che prescindeva dai partiti come li conosciamo e viviamo. Aveva l’ambizione di un ruolo di “servizio” alla politica per un suo rinnovamento e coerenza con i bisogni e le speranze dei cittadini.Il naufragio del comitato nasce dal prevalere, di fatto, di un progetto partitico su quello politico con una “ingenua” corresponsabilità della generalità del comitato. Tutto inutile e fallimentare? No! Ha evidenziato che nella città, in San Benedetto vi è una importante base di… Leggi il resto »
SBT1 hai ragione, perchè il rinnovamento della concezione di Politica è una necessità avvertita da tutti i cittadini intellettualmente onesti.
Ma manca una risposta cittadina. Chiunque si affacci sullo scenario politico locale cade nel tranello delle alleanze, dei baratti di poltrone e voti. Chi ragiona in questo modo sicuramente non intende la Politica come servizio ma solo come affare. Basta vedere come hanno ridotto la città!
Cosa intendono per primarie gli esponenti del PD lo ha detto ieri sera a 8 e mezzo l’on. Bindi, “voi credete veramente che io abbia partecipato alle primarie contro Veltroni per vincerle? Io ho partecipato per far vedere che anche una donna poteva farcela e per dare risalto a una posizione politica già decisa” (scusate se non sono le parole esatte ma vado a memoria e comunque il concetto era chiaro). Le primarie per il PD non sono uno strumento democratico per far decidere alla base il candidato che preferiscono ma semplicemente un modo per far cassa e mettere in… Leggi il resto »