SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Che il futuro energetico del pianeta sia nella forza del sole è chiaro a tutti, nonostante delle parentesi al sapor di nucleare che si osservano anche nell’attualità italiana. Una squadra di ricercatori del Politecnico federale di Zurigo (Eth), in collaborazione con lo statunitense Caltech (California institute of technology) e lo svizzero Psi (Paul Scherrer Institute) ha dimostrato come sia possibile trasformare l’energia solare in un carburante in forma liquida. Lo studio è stato pubblicato il 24 dicembre 2010 dall’autorevole rivista Science.
La tecnologia, coadiuvata dalla ricerca scientifica, si muove ad ampio raggio per tentare di superare gli ostacoli che sorgono sulla strada di un futuro energetico sostenibile a tutto sole, come ad esempio l’intermittenza della luce (si sa, l’alternanza del giorno e della notte), la conservazione e lo stoccaggio dell’energia una volta prodotta (perlopiù di tipo elettrico), il trasporto del prodotto dai luoghi dove è possibile ricavarne molto a dove effettivamente occorra (attraverso cavi ad alta tensione o superconduttori).
Aldo Steinfeld, professore di ingegneria della meccanica e dei processi presso l’istituto di tecnologia dell’energia al Politecnico e capo del laboratorio di energia solare presso Psi, ha sviluppato un reattore che semplicemente, si fa per dire, innesca grazie al sole un ciclo termochimico per la scissione dell’anidride carbonica e dell’acqua utilizzando l’ossidoriduzione del metallo.
Praticamente, affacciandosi sull’aspetto tecnico, si riduce l’ossido di cerio non stechiometrico ad una temperatura di 1500 gradi centigradi e poi lo si ri-ossida sotto i 900 gradi con acqua (H2O) e anidride carbonica (CO2) per produrre idrogeno (H2) e monossido di carbonio (CO), una miscela nota con il nome di syngas ovvero gas sintetico liquido.
Il reattore permette, da una apposita apertura, l’ingresso dei raggi solari che vengono poi concentrati attraverso un sistema di rifrazione posto all’interno dove, un cilindro di cerio viene surriscaldato e raffreddato di continuo per produrre il carburante. In laboratorio sono stati testati senza interruzione sino a 500 cicli del reattore.
Una volta che l’energia solare è stata trasformata in carburante liquido gli ostacoli circa la conservazione, lo stoccaggio e il trasporto non sono più rilevanti.
Per l’entrata del sistema nel mondo industriale gli scienziati si sono mantenuti cauti facendo una previsione al 2020. Cioè in soli dieci anni da oggi sarà possibile vedere in funzione i primi reattori ad energia solare.
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