SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Sabato mattina nella sua tradizionale conferenza stampa di fine settimana il sindaco Giovanni Gaspari ha risposto alla sollecitazione di trasparenza fatta da Rivieraoggi.it con questo articolo (clicca qui). Sulle cifre spese il sindaco ci rimanda al responsabile dell’ufficio Relazioni con il Pubblico, Eugenio Anchini, che da noi interpellato sabato pomeriggio risponde: “I dati precisi li abbiamo in ufficio, comunque andando a memoria posso dire che un manifesto 6 per 3 metri costa circa 130 euro più Iva. Sono sei manifesti per ogni uscita. Intendiamo fare tre uscite in totale. Ogni uscita durerà circa venti giorni, quindi la campagna terminerà entro fine gennaio”. Quindi facendo i conti si arriva a circa 2340 euro più Iva di spesa sostenuta dal Comune. La tassa per le pubbliche affissioni, trattandosi di affissione compiuta dal Comune, è pari a zero.

Sabato mattina ad ogni modo il sindaco Gaspari ci ha risposto così: “Ci stupiamo sempre di tutto, forse non esiste memoria in questo paese, la giunta comunale ha fatto un’iniziativa di trasparenza, abbiamo detto all’ufficio Relazioni con il pubblico di fare un resoconto alla città sulle opere messe in pratica nel nostro mandato”.

E ancora: “La legge 150 del 2000 obbliga gli enti comunali a fare il programma di mandato all’inizio e, alla conclusione dei cinque anni, rendicontare alla città quello che si è fatto. In quei manifesti è l’ente Comune che parla, non io o quel determinato assessore. Martinelli a fine mandato mandò alle famiglie un Cd e un Bollettino municipale in edizione speciale con introduzione firmata da lui, Massimo Rossi nel 2009 spedì un corposo opuscolo a tutte le 140 mila famiglie della Provincia. Non ci vedo nulla di strano perchè è un adempimento di legge. Se qualcuno invece ne avesse un cattivo giudizio, allora dovrebbe estendere il suo giudizio anche all’operato di tutti gli altri enti pubblici”.

Sulla disposizione dei manifesti nei vari quartieri della città, Gaspari dice che si tratta di scelte casuali: “Sono stati messi laddove ci sono gli spazi liberi per le affissioni” e con tono ironico aggiunge “non è che vado la notte io ad appenderli”.