SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Uno scatto d’orgoglio, più spirito di appartenenza, meno spazio a una sorta di vittimismo definito come un “atteggiamento culturalmente meridionalista, di chi si aspetta che siano sempre gli altri che debbano fare qualcosa per noi”.

Il sindaco Giovanni Gaspari sprona medici e dirigenti amministrativi dell’ospedale civile “Madonna del Soccorso”, rivendica l’urgenza di nominare i primari vacanti scegliendo “il meglio che c’è su piazza”, ma difende anche la Regione Marche e i suoi investimenti per l’ospedale inteso come struttura, come edificio (“otto milioni di euro già investiti, per un nosocomio che ora si presenta più bello e accogliente, con reparti d’avanguardia come Laboratorio Analisi e Nefrologia”).

In questi giorni si fa un gran parlare sulla stampa del pensionamento del dottor Luigi Curatola, primario di Neurologia e capo Dipartimento di Medicina. Il medico nei mesi scorsi ha fatto domanda di pensionamento, poi sembrerebbe averci ripensato ma ormai non sarebbe più possibile per la Regione concedergli una deroga. Pare che gli sia stato proposto un incarico di consulente esterno per l’implementazione del nuovo reparto di Neurochirurgia, e secondo il sindaco ci sarebbero buone possibilità che il nuovo ruolo veda la luce. Che ci siano cinque altri primari vacanti, e due in bilico come lo stesso Curatola e il dottor Lorenzo Agostini, lo scriviamo da mesi. Per Chirurgia e Ortopedia il direttore dell’ospedale Antonio Novelli ha annunciato la nomina imminente.

Ma non saremmo di fronte allo “smantellamento” dell’0spedale civile. No ai pessimismi e ai leit motiv oscuri: Gaspari lo chiede con forza: “Se si cambiasse una certa mentalità, sono sicuro che il nostro ospedale avrebbe i mezzi per dare i punti a molti. Bisogna acquisire una nuova mentalità, vincente, propositiva, carica della cultura del fare. Purtroppo
avverto uno scollamento fra il fatto che le risorse economiche finalmente ci sono e dall’altra parte il tentativo di piangersi sempre addosso, con un pessimismo incomprensibile e ingiustificato perchè basato sul leit motiv che l’ospedale starebbe chiudendo. Ma io mi chiedo, chi è il primo che ci deve credere nella vittoria di una squadra? I giocatori o gli spettatori? Ci vuole convinzione. E invece – continua il sindaco – noto un atteggiamento culturalmente meridionalista, di chi si aspetta che siano sempre gli altri che debbano fare qualcosa per noi. Eppure un bravo dirigente deve dare forza e fiducia, infondere ottimismo. Invece c’è una inadeguatezza nel comitato di direzione dell’ospedale. Non giudico i capi dipartimento come persone o come professionisti, per carità, ma come mentalità. Chiedo a loro, e a tutti, un cambio di mentalità. Parlo spesso con i medici e i primari, e molti sono propositivi e ottimisti. Altri invece non perdono occasione di lamentarsi. Secondo me sbagliano, il nostro ospedale sta riprendendo quota”.