SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Una mozione per discutere in consiglio comunale del che fare rispetto alle carenze dell’ospedale civile. La presenta il consigliere comunale Giorgio De Vecchis, ex Alleanza Nazionale, ora con Futuro e Libertà. Assieme all’altro finiano Benito Rossi, responsabile locale del movimento Generazione Italia, segnala: “Ortopedia è priva di primario, Pediatria è priva di primario, Chirurgia è priva di primario, Laboratorio Analisi è priva di primario, Gastroenterologia è priva di primario. Oculistica ora più che un reparto è un servizio ambulatoriale, in quanto non possiede posti letto notturni e diurni e ha un primario in condivisione con l’ospedale di Ascoli”.
Non è finita. Fra le altre carenze, De Vecchis e Rossi riportano alla ribalta del dibattito pubblico. “Mancano infermieri, operatori socio sanitari, in alcuni settori anche medici. Manca la seconda Potes (postazione territoriale di emergenza), sono 15 anni che ne serve una distribuita nelle strutture sanitarie della collina. Manca il ricambio di attrezzature tecnologiche ormai obsolete. Manca l’aria condizionata in molti settori dell’ospedale. Manca la struttura tecnico organica per garantire la neurochirurgia, che secondo la Regione doveva essere il fiore all’occhiello del nostro nosocomio”.

E poi i tempi di attesa per le visite, per il Pronto Soccorso (con 50mila accessi annui è forse il secondo delle Marche) e per la diagnostica, da ridurre.
La mozione di De Vecchis, spiega il consigliere, vuole impegnare la conferenza dei sindaci a produrre un documento programmatico da inviare al direttore generale dell’azienda sanitaria regionale e alla Regione Marche. “E’ tutto fermo, questa è l’impressione – dicono Rossi e De Vecchis – qui c’è un avanzamento decrescendo, in questi anni di fronte alle nostre periodiche preoccupazioni non abbiamo sentito altro che proclami e pure teorie, fra ospedali unici, area vasta, Neurochirurgia (clicca qui per un nostro commento relativo ai giorni dell’istituzione del nuovo reparto) e via dicendo. Ovviamente la competenza finale è della Regione, ma la classe politica locale non può ignorare queste problematiche ed evitare di farsi sentire, sia la maggioranza che l’opposizione”.
Servizi di qualità, a livello provinciale: questo chiedono i due ex An. “I modelli organizzativi non sono nostro compito, l’importante è che i servizi funzionino e che ci sia il personale per farli funzionare”