SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Spesso gli artisti si conoscono soltanto attraverso le loro opere. C’è poi l’occasione di incontrarli, di ascoltarli mentre raccontano non le opere, ma la storia delle opere.

Mario Sasso ha riportato anni di storia di televisione e di arte senza la presunzione di dare giudizi, ma semplicemente mostrando ciò che accade attorno a noi, durante la presentazione alla stampa della mostra “Scanner – Le città elettroniche di Masio Sasso”, che verrà inaugurata sabato 7 agosto alle 19 alla Palazzina Azzurra.

«La mostra di Mario Sasso – sottolinea assessore alla cultura Margherita Sorge – rappresenta l’evento artistico dell’anno per la città di San Benedetto del Tronto, in una struttura che fin dagli anni ’60 ha ospitato grandi celebrità e che è uno dei centri culturali più importanti per la città».

Diverse le opere presenti, dalla più imponente “La Torre delle Trilogie” rappresentata con grandi stampe su PVC proprio all’esterno della Palazzina Azzurra e proiettata all’interno: «È stata una delle prime opere in verticale – spiega direttamente l’artista -, complessa, difficile. È stata fatta per i fratelli Guzzini, comprende 60 monitor da 28 pollici, è alta 7 metri e riproduce un video di quattro minuti e mezzo. La coreografia è stata molto complessa, perché si basa sul verticale. Lo storyboard è stato disegnato come essenzialità ed è stato posto fuori dalla Palazzina proprio per rappresentare l’opera nel suo complesso».

Altra video-opera interessante è “Foot Print”, realizzato per Raisat, con cui vince il Nica d’Oro al festival d’Arte Elettronica di Linz, video che ha inaugurato le trasmissioni via satellite della Rai.

Nell’esposizione sono presenti anche molte opere di pittura elettronica, opere che dall’artista sono chiamate “Pacchi”: realizzate con una tecnica mista, create inizialmente al computer, le immagini vengono poi stampate su un supporto, in genere su PVC, su cui l’artista pone poi degli interventi pittorici a mano che rendono l’opera unica, non seriale. I “Pacchi” rappresentano la città, con i suoi stradari, vie, comunicazioni, e allo stesso tempo le sue frammentazioni.

Di rilevanza è anche il catalogo realizzato in tempo reale, che mostra le fotografie delle opere già installate alla Palazzina Azzurra, e che illustra come anche il sistema di organizzazione di una mostra è cambiato, come sottolinea Sasso «Prima i critici stavano seduti alla loro scrivania, ora è diverso. Abbiamo lavorato assieme, io, il curatore Giancarlo Bassotti e Renato Barchiesi per l’allestimento, che ringrazio vivamente, così come tutta l’organizzazione».

«È giusto che l’artista interagisca con lo spazio – ha aggiunto il curatore Bassotti – per avere un’allestimento che si adatti e che non tolga l’anima alle opere».