GROTTAMMARE – La discussione sulla Picenambiente era partita nell’ultimo Consiglio comunale, giovedì 29 luglio. A seguito la capogruppo del Popolo delle Libertà, Maria Grazia Concetti, aveva affermato che «Il nostro è stato un voto contrario sul procedimento e non nel merito».

A rispondere è ora il sindaco Luigi Merli, che affronta il suo intervento su due punti: l primo che la Picenambiente va salvaguardata per la sua capacità di garantire ottimi servizi, ed il secondo affermando che i consiglieri di minoranza dovrebbero conoscere meglio le situazioni prima di giudicare gli atti amministrativi.

Riceviamo e pubblichiamo l’intervento del sindaco.

«Le opposizioni grottammaresi hanno votato in Consiglio Comunale scientemente per la messa in liquidazione della Picenambiente SPA, a fronte di un progetto di salvaguardia del valore economico e tecnico quale è quello che la società oggi rappresenta per il nostro territorio.

Una società che in questi 11 anni ha ben lavorato, garantendo ottimi servizi e creando un importante know how locale nell’ambito della gestione integrata dei rifiuti, con la creazione di 160 posti di lavoro locali, e favorendo  la crescita della raccolta differenziata, giunta in alcuni Comuni a oltre il 40%.

Una società che annovera tra i suoi soci oltre il 70% dei Comuni della provincia di Ascoli Piceno e che è una importante risposta locale alle necessità attuali e future di tutto il territorio piceno nella sfera dei rifiuti.

La salvaguardia di tutto questo passa attraverso la nuova scelta di un partner privato; una scelta semplice, alla quale hanno aderito tutti i Comuni soci, senza distinzioni politiche,  e che a iter “concluso” garantirà la sopravvivenza della Picenambiente SPA e valorizzerà le partecipazioni comunali a questa società.

Una società sana, che, attraverso gli utili accantonati in riserva, potrà elevare il capitale sociale a oltre 5 milioni di euro. Una operazione assolutamente chiara e trasparente che solo la miope politica amministrativa della destra grottammarese non riesce a comprendere.

Il punto sostanziale è che per poter giudicare atti amministrativi bisogna frequentare gli ambienti comunali, prendere i documenti e chiedere informazioni e soprattutto, impegnarsi a capire gli argomenti in discussione.

Tutto questo, da parte dei consiglieri di minoranza, non avviene mai e il risultato è una totale incapacità di svolgere il ruolo loro affidato dai cittadini e cioè attuare le migliori scelte per la città».