CORRIDONIA – Operazione “Ragnatela” dei Carabinieri del Noe di Ancona su un presunto traffico di rifiuti pericolosi smaltiti illegalmente in discariche pubbliche. 30 indagati, 11 ordinanze di custodia cautelare con nove arresti, firmate dal gip di Napoli per reati che vanno dall’associazione per delinquere finalizzata al traffico illecito di rifiuti alla truffa aggravata, dalla corruzione all’accesso abusivo ai sistemi informatici.
Secondo le indagini, base operativa dell’organizzazione era la Eco service srl di Corridonia (Macerata), azienda socia della azienda pubblico privata Picenambiente. Adriano Bernabei, della società maceratese, è uno degli arrestati e riveste anche la carica di consigliere della Picenambiente. Il presidente di quest’ultima società, estranea alle indagini, si dice tranquillo. Federico Olivieri, infatti, ha ribadito che la Picenambiente opera in maniera corretta e non ha nulla a che vedere con le indagini.
Ma veniamo alla cronaca: centomila tonnellate di rifiuti pericolosi, compresi scarti della raffineria di Gela e dell’Ama di Roma, “declassati” e smaltiti illegamente in discariche pubbliche. Con un giro d’affari di 5 milioni di euro, e la copertura di un ufficiale di polizia giudiziaria della procura della Repubblica di Macerata, che avrebbe sviato i controlli. 30 gli indagati, di cui nove arrestati, diramazioni in Campania, Lombardia, Puglia, Abruzzo, Lazio e Sicilia.
Sequestrati beni e impianti per un valore di 20 milioni di euro. Nell’occhio del ciclone l’Eco Service srl di Corridonia e la discarica Senesi srl di Colli dell’Asola di Morrovalle.
I rifiuti speciali pericolosi provenienti dal sud, fra il 2005 e il 2009, secondo le indagini sarebbero stati smaltiti in discariche pubbliche, dopo essere stati fintamente ripuliti nell’impianto d’inertizzazione di Corridonia e declassificati. I carabinieri del Nucleo per la tutela dell’Ambiente di Ancona hanno iniziato le indagini in seguito a un controllo nella discarica campana di Casoria.
Fra gli arrestati figurano Pietro e Giordano Palmieri, padre e figlio di 62 e 35 anni, che gestiscono la Eco Service; i loro collaboratori Gianfranco Bernabei, Adriano Bernabei, Rodolfo Briganti e Marcello Cioppettini, tenente della polizia provinciale di Macerata.
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Sig. direttore , questa vicenda merita molto risalto.
Se non sbaglio oggi in comune ci dovrebbe essere qualche interrogazione consiliare in proposito.
ricordiamo:
Adriano Bernabei oltre ad esssere azionista di Picenambiente (voluto da Perazzoli se ben ricordo) è stato direttore tecnico, ma soprattutto Amministratore delegato di Picenambiente, al centro di diverse polemiche tra cui la vendita da parte del comune sottoprezzo dello stabile sede della Picenambiente, (portata alla luce da De vecchis) e le polemiche circa l’affitto e la vendita di automezzi ed attrezzature della sua azienda alla Picenambiente non si è mai saputo bene a quali cifre.
Sono d’accordo nel dare molto risalto a questa notizia e controllarne il seguito.
E’ una vicenda che assomiglia molto ai traffici mafiosi.
Ho notato che ci sono sponsorizzazioni come veicolo di pagamento/ tangente… Sarebbe bene vedere “come” e “dove” sono presenti questo tipo di sponsorizzazionenella nostra zona (di solito tali fatture sono stragonfiate…)
Volevo ricordare anche una cosa,la più grave ed imporante: da anni il sig Barnabei, si batte atraverso la Picenambiente, per la riaperutra della discarica IPGI di Ascoli Piceno; la Picenambiente ha acquistato questa discarica qualche anno fa, ed ha subito cercato di ottenere le autorizzazioni per riaprirla, autorizzazioni fortunatamente negate, anche per divergenze politiche con la provincia ed il comune di Ascoli Piceno, territorio su cui insiste la discarica, le pratiche autorizzative sono ancora in corso… tale discarica sarebbe dovuta essere autorizzata non solo per gli urbani, ma anche per gli speciali non pericolosi. Come territorio e popolazione siamo stati… Leggi il resto »