SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Urbanistica, nuove opere pubbliche, l’ormai mitica Grande Opera, la maxi variante urbanistica ad essa collegata. Non poteva esimersi da questi temi, il sindaco Giovanni Gaspari, durante il dibattito nella Festa Democratica di mercoledì sera.
Ecco un sunto delle sue posizioni.
BALLARIN, UN ERRORE DI CUI MI PENTO, MA NON FU SOLO COLPA NOSTRA Parlare di Grande Opera riconnette i pensieri al vecchio stadio, acquistato dal Demanio con l’intento di cederlo poi alla Fondazione Carisap, dandone la proprietà in dote all’ente che vi avrebbe investito dieci milioni di euro per un auditorium a firma archistar Tschumi. Poi la storia è nota: si acquistò un bene indisponibile, quindi niente cessione per i dieci anni successivi. Di chi fu la leggerezza? Gaspari mercoledì sera ha difeso i funzionari comunali: «Ho tanti sassolini nella scarpa, oggi dico solo che noi abbiamo fatto tutto quello che dovevamo fare, c’erano tante persone preposte a dire se si poteva fare o no l’operazione, non solo i dirigenti comunali. C’erano tante figure professionali, ognuna aveva un suo ruolo e una sua responsabilità. Io mi rimprovero l’ansia di acquistare in fretta un bene che poi, dopo due anni, ci sarebbe arrivato gratis, e senza vincoli, per mezzo del federalismo demaniale. Noi lo pagammo, e con i vincoli sopra. Paradossale. Ora comunque cerchiamo di mantenere a San Benedetto la Grande Opera, che rimette in moto un’economia, dà lavoro, la prossima settimana pubblicheremo il bando per raccogliere manifestazioni di interesse dei privati, saremo più trasparenti dell’acqua e più partecipativi di quanto si possa immaginare».
IL “PREZZO” DA PAGARE PER GRANDE OPERA E ANNESSI Come noto, tramontata l’ipotesi Ballarin il Comune è alla ricerca di un’altra area da donare alla Fondazione come contropartita al suo investimento. Un atto di indirizzo votato a dicembre in consiglio comunale vincola il reperimento dell’area a un accordo di programma. Il privato che darà il terreno si impegna anche a realizzare una nuova piscina comunale, spostare la sottostazione ferroviaria da via Lombroso, far acquisire a patrimonio pubblico, come parco, la zona Brancadoro. In cambio la città pagherà un prezzo, una variante urbanistica da concedere al soggetto investitore, cubature insomma.
Quale sarà questo prezzo? Questa la domanda fatta da questo giornale al sindaco mercoledì sera. Questa la sua risposta: «La città valuterà la convenienza di questo dare-avere, saremo partecipativi e aperti al confronto. Dico solo che una piscina costa circa sei milioni di euro, lo spostamento della sottostazione dieci milioni, l’area Brancadoro non posso quantificare ma è un prezzo elevato. Il Comune come fa a fare questi investimenti? Non può neanche accendere un mutuo per via del patto di stabilità voluto dal Governo Berlusconi. Vendiamo immobili per reperire fondi? Non basterebbero. Chiediamo l’intervento dei privati. Ad Ascoli, con l’area Sgl Carbon, il meccanismo è simile, ma lì si parla di grande opportunità per la città, qui si parla di speculazione. Ribadisco, pubblichiamo il bando e poi decideremo con la città, spero nella massima serenità».
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Premesso che Gaspari non ha nessuna colpa nell’acquisto del Ballarin (non ha mica la sfera di cristallo per fare previsioni a due anni, spero non sia solo un modo per giustificare un attacco politico….), è stata un scelta condivisibile se l’intento era quello di ristrutturarlo o riqualificarlo con risorse proprie. L’errore, come anche riconosciuto anche da Gaspari, è stato insistere per anni su questo sito senza cavare un ragno dal buco. La variante proposta è di un’assurdità unica! NON SERVE! Non serve proprio in virtù del federalismo demaniale, ora il comune dispone di nuove aree da donare alla fondazione Carisap… Leggi il resto »
“Saremo più trasparenti dell’acqua e più partecipativi di quanto si possa immaginare”.
Per favore basta!
Basta prese in giro! Ma quale trasparenza???
Non avete ancora detto QUALE sarà questa benedetta Grande Opera!
10 milioni, immobilizzati in un edificio targato Tschumi, in modo che l’opera non si svaluti. Cosa potrebbe essere?
Non di certo un acquario. Non di certo una nuova sede per l’università.
Pensateci bene, nello spazio occupato dal Ballarin cosa avrebbe potuto sorgere, se non un PALAZZO???
Di Gaspari non mi fido, voleva far costruire una torre all’Agraria…
Ora la palla passa ai cittadini!
Ottima mossa quella del sindaco un pò pilatesca ( perchè la politica è in primis decisione) ed un pò furbetta ( perchè sicuramente la partecipazione sarà scarsa o nulla, vige in Italia da un pò di anni l’elogio al menefreghismo civico)
Per il momento Gaspari resta lo “statista” di San Benedetto, per il futuro si vedrà!
Ma Pippo, non vedi gli ultimi articoli? Il Sindaco se ne frega dei cittadini!
Qualche mese fa annunciava dalla sua pagina di Facebook un incontro partecipativo con i giovani, non mi pare ci sia stato né tanto meno è previsto in programma. Un mega bluff.
E se la grande opera fosse la megavariante stessa? Voglio lanciare una provocazione e al tempo stesso una riflessione dalle pagine di questo giornale. L’ipotecare la maggior parte del territorio comunale e le possibilità di ulteriore sviluppo legati all’approvazione del nuovo Piano Regolatore Generale con la megavariante è un intrinseco abdicare alla responsabilità politica di fare delle scelte sul territorio, parallelamente la foventata necessità di avere una grande opera a firma di un’archistar del calibro di Tshumi e a sua volta un pesante verdetto sulla qualità architettonica ed edilizia della nostra città. Qeste forse dovrebbero essere le motivazioni che giustificherebbero… Leggi il resto »
Secondo la tua congettura che ruolo avrebbe la Fondazione Carisap in tutto questo?