SAN BENEDETTO DEL TRONTO – Al cittadino non far sapere quanto è buona la parcella di Bellagamba. Toccherà pensare questo d’ora in poi? Il servizio di interrogazione delibere sul sito web del Comune non permette ai cittadini di leggere il testo della delibera di giunta comunale numero 311 del 27 settembre scorso. Si tratta dell’«avvio del procedimento di revoca dell’incarico di progettazione al prof.ing. Bellagamba Piergiorgio».
La storia è nota. Nel 2002 l’allora sindaco Domenico Martinelli dà incarico al prof.ing. di progettare il nuovo Piano Regolatore. La parcella complessiva è di 332.547 euro. Bellagamba e il suo staff consegnano nell’estate del 2005 una documentazione chiamata Piano Idea, che il Consiglio comunale avrebbe dovuto adottare. La giunta Martinelli cadde a fine estate e la nuova amministrazione Gaspari non fece mistero di voler fare a meno del lavoro.
A Bellagamba viene così liquidato l’80% della parcella (266mila euro). Il resto non viene pagato perché il suo Piano Regolatore non viene adottato e approvato dal Consiglio comunale.
Gaspari nomina come consulente al Prg l’architetto Luigina Zazio, che ricomincia il lavoro praticamente da capo. Altri 120mila euro per la Zazio, più altri lavori di consulenza, conditi dalla pur meritevole idea di stage professionali per giovani tecnici neolaureati. Collaborazioni lavorative che all’inizio, genialmente, il Comune voleva far passare per borse di studio. Il Palazzo si smentì settimane dopo, su sollecitazione del solerte consigliere De Vecchis. Comunque questi giovani tecnici stanno schedando il patrimonio immobiliare comunale. Evidentemente un lavoro non compreso nei 266mila euro pagati dalla precedente amministrazione comunale.
Cosa è cambiato rispetto al 2002? Oggi è in corso di approvazione una nuova legge regionale sull’urbanistica, che stabilisce nuovi criteri per i Piani Regolatori. Il Piano di Bellagamba non era adeguato a questa legge, ma la città deve pagarglielo lo stesso. Cosa accade se la legge non verrà approvata in Consiglio regionale? Fa nulla, dice l’architetto Zazio, il Prg in corso di elaborazione contiene analisi ma anche proposte concrete contro le barriere architettoniche e per la sostenibilità dello sviluppo urbano.
Ma il Piano Bellagamba allora voleva una città “non sostenibile” e piena di barriere architettoniche? Se è così, perché è stato pagato? Se non è così, perché buttarlo nel cestino?