GROTTAMMARE – L’arrivo di Renato Curcio a Grottammare un boomerang per la giunta regionale del Presidente Spacca? Può darsi. Venerdì prossimo, infatti, l’ex leader delle Brigate Rosse sarà ospite del cineforum “Blow Up“, nell’ambito della rassegna “ImmaginAzioni al potere“, per parlare di precarietà nel mondo del lavoro.
Dopo che ieri il consigliere regionale di Alleanza Nazionale, Guido Castelli, si era detto «scandalizzato» per l’invito a Curcio (e intanto l’aennino da sapere che terrà un sit-in di protesta davanti al Kursaal proprio venerdì sera), è quindi intervenuto anche il presidente della Regione Marche Gianmario Spacca, con tre distinti lanci di stampa.
Nel primo, Spacca afferma «che non risulta formalmente che la Regione Marche, anche attraverso l’assessorato alla Cultura, abbia dato alcuna adesione ad iniziative che vedano la partecipazione di Renato Curcio, e tanto meno che vi sia stato alcun sostegno finanziario». Non sappiamo se vi sia stata partecipazione finanziaria, ma, come mostriamo dall’immagine, il nome della Regione campeggia nelle brochure e nelle pubblicazioni, per altro di ottima fattura, del “Blow Up”.
Anzi, così terminava il nostro articolo sulla presentazione di “ImmaginAzioni al potere”, lo scorso 2 ottobre: «La rassegna, organizzata come detto da Blow Up, vede la compartecipazione del Comune di Grottammare […] della Regione Marche […]».
Spacca poi continua: «Sul piano personale sarei stato molto addolorato se l’Assessorato alla Cultura, come risulta dalla nota Ansa, avesse promosso espressamente un’iniziativa con la partecipazione di un leader già appartenente alle Br. Per chi ha fatto la scelta fondamentale di valori di pace, dialogo e confronto civile non sarebbe stato possibile accettare che fosse stata offerta una ribalta istituzionale ad una persona, che ha teorizzato l’uso della violenza sul piano sociale e politico. Sono, senza incertezza, dalla parte delle vittime del terrorismo, e tra queste credo sia possibile raccogliere testimonianze più significative e autorevoli che aiutino la democrazia a consolidare i propri valori».
Successivamente Spacca ha comunicato che «la Regione Marche non ha aderito né intende aderire» all’iniziativa, e ha anche «invitato gli organizzatori a non associare in alcun modo il nome ed il logo della Regione Marche all’iniziativa medesima».
Da parte nostra pensiamo che dopo trent’anni dall’avvenimento dei fatti, se pure non ci debba essere alcuna dimenticanza delle responsabilità di ognuno, sia diritto di tutti di poter, liberamente, parlare in pubblico. Certo, sarebbe opportuno che coloro che si trovano nella situazione di Curcio, dichiarino apertamente di aver commesso degli errori in gioventù (l’ex br, infatti, è tra quelli che mostrano una posizione più ambigua riguardo al “pentitismo”).
Tuttavia, in una nazione dove degli ex repubblichini sono diventati ministri della Repubblica, le polemiche sull’arrivo di Curcio appaiono alquanto pretestuose. L’Italia del 2007 ha sì bisogno di guardare al passato, ma soprattutto di riflettere su quale futuro l’aspetta. Non siamo tanto ottimisti.