Ultima “tappa” al Riviera delle Palme per questa stagione: ci fa visita il Paternò. Potremo dire lo stesso per i suoi tifosi? L’anno scorso i sostenitori rossazzurri “bucarono” la trasferta marchigiana, del resto sono una tifoseria dalla tradizione tutt’altro che datata.

Ma andiamo con ordine. Paternò è una città grande più o meno come San Benedetto (46000 abitanti circa), ma a pochi chilometri di distanza c’è Catania, la quale in termini calcistici funge da invitante polo catalizzatore per centri come quello paternese che non hanno una squadra di “nome”.

Il Paternò Calcio 1908 infatti – uno dei club più vecchi della Sicilia “pallonara” – vanta (eufemismo!) una storia assai modesta, in cui ad alternarsi sono tornei di Eccellenza e di serie D. Ne consegue il fatto che a seguire le sorti delle 11 casacche rossazzurre – i colori sociali sono chiaramente ispirati al più blasonato Catania – sono davvero pochi fedelissimi.

La storica promozione in C2 è datata stagione 2000/2001, mentre l’ancora più sensazionale conquista della terza serie risale al campionato successivo. E’ il Pasquale Marino che ora siede sulla panchina del Foggia a guidare il Paternò là dove non era mai stato.

L’anno scorso i rossazzurri perdono i play out contro l’Aquila, ma l’estate “dei ripescaggi” (ovvero quella del 2003) li riammette in C1.

Per quanto mi concerne c’è davvero poco da rimarcare a riguardo della tifoseria paternese. I numeri del torneo che sta per concludersi dicono tutto o quasi: 50 (si, avete letto bene!) abbonati, un migliaio circa la media del “Falcone-Borsellino”, l’impianto siciliano capiente per 6000 spettatori, costruito molto di recente, ovvero nel 2001, all’indomani della promozione in C2 – sino ad allora i rossazzurri hanno giocato al Salinelle, impianto fatiscente da circa 10000 posti.

Particolarità del nuovo stadio è la curva dei padroni di casa, la Sud, interamente coperta, così come la sola tribuna. Questo settore vede appesi gli striscioni appartenenti ai gruppi principali della tifoseria organizzata paternese: Dinastia Normanna 1988, Decisi – nascono nel ’99 e nel 2001 si trasferiscono in tribuna B in virtù di alcune divergenze con la DN – Brigate 2003, Rione Santa Barbara e Boys Rossazzurri.

L’annata migliore in quanto a presenze fu quella della promozione in C2 con il Falcone-Borsellino pieno come un uovo in più occasioni. Ora come ora, complice anche i campionati mediocri di un Paternò che lotta per non retrocedere, l’entusiasmo pare essersi sopito e nonostante il sangue meridionalissimo che scorre nelle vene degli spettatori paternesi, l’ambiente del Borsellino è tutt’altro che incandescente, fuorché in occasione del derby – sentito – contro l’Acireale, seguito lo scorso 22 febbraio da circa 2500 persone (compresa però una folta rappresentanza granata).

Poca “animazione ultras” tra le mura amiche, sparute le presenze fuori dall’isola e soprattutto atteggiamenti decisamente “composti”.

Non me ne vogliano i tifosi paternesi – che tra l’altro l’anno passato hanno accolto molto bene i sostenitori di casa nostra, omaggiandoli perfino di una scritta per il povero Cioffi – ma in definitiva il mio giudizio nei loro confronti è negativo, pur avendo molte attenuanti.

Capitolo amicizie e rivalità. Buoni i rapporti con ragusani e catanesi, così come con i tifosi di Lanciano e Benevento, mentre sono odiati i supporters di Vibonese, Martina, Giugliano, Gela, Igea Virtus, Vittoria e soprattutto Acireale.